La Direttiva Bolkestein e le concessioni demaniali

Nel 2006 l’Unione Europea ha emesso una Direttiva, conosciuta come Direttiva Bolkestein, con l’obiettivo di liberalizzare il mercato dei servizi interno all’UE. Tra i settori interessati c’erano anche quelli turistici legati al demanio marittimo, come gli stabilimenti balneari.

La Direttiva prevede che le concessioni per gestire queste attività sulle spiagge non siano più rinnovate automaticamente, consolidando così indirettamente posizioni già acquisite nel tempo, ma assegnate piuttosto attraverso gare pubbliche per aggiudicazione al fine di stimolare una maggiore concorrenza che garantisca parità di accesso a tutti gli operatori economici e il miglior rapporto qualità-prezzo per i cittadini.

In Italia la ricezione della Bolkestein è di fatto inattuata per le contestazioni delle associazioni di categoria che hanno spinto per mantenere lo status quo ottenendo ripetute e ingiustificate proroghe, quasi sempre per motivi di captatio benevolentiae elettorale, delle concessioni in essere.

Solo di recente, si è deciso di avviare il percorso per mettere a gara le concessioni balneari a partire dal 2024 anche se rimangono comunque alcuni nodi da sciogliere, come ad esempio il riconoscimento di un indennizzo per gli investimenti fatti per le infrastrutture che gli attuali concessionari abbiano lecitamente realizzato ed il mantenimento di requisiti specifici per tutelare le imprese già operanti nel settore.

Nel tentativo di trovare un compromesso che concili concorrenza ed equità si è arrivati a parlare di ‘requisiti specifici per tutelare le imprese già operanti nel settore balneare’, riferendosi a delle particolari condizioni che potrebbero essere previste all’interno dei bandi di gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali (anche se, di fatto, stravolgerebbero il senso proprio della Direttiva Bolkestein).

L’obiettivo infatti sarebbe quello di garantire una forma di tutela per le aziende che da anni gestiscono gli stabilimenti sulle spiagge italiane in quanto rappresentate come realtà territoriali profondamente radicate, che nel corso del tempo hanno fatto investimenti ed assunto lavoratori.

Tra i possibili requisiti troviamo il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo in graduatoria per gli operatori uscenti, in base alla loro esperienza pluriennale nel medesimo tratto di costa. Oppure, la garanzia di poter partecipare alle gare con una sorta di ‘prelazione’, o una diversa forma di prelazione sul rinnovo della propria concessione.

Altri vincoli mirerebbero a salvaguardare l’occupazione e il legame con il tessuto socio-economico locale. Mentre indicazioni precise sugli investimenti da effettuare eviterebbero un mero sfruttamento speculativo delle spiagge.

E’ difficile trovare un punto di incontro che apra alla concorrenza promossa dall’UE e impedisca uno stravolgimento repentino delle realtà balneari radicate sul nostro territorio.

Per approfondimento sulla Direttiva Bolkestein e le concessioni demaniali, qui la Direttiva Bolkestein (in Pdf) e come curiosità attinente il mondo balneare il nostro articolo: Prendere conchiglie dalla spiaggia è reato?