L’assegno di mantenimento e la nuova convivenza: cosa dice la legge
L’assegno di mantenimento è una questione delicata che riguarda molte famiglie italiane. Si tratta di un contributo economico che viene stabilito da un giudice e che un ex coniuge deve versare all’altro per garantire il sostentamento dei figli o del coniuge stesso. Ma cosa succede quando si instaura una nuova convivenza? La legge prevede delle specifiche disposizioni in merito.
Prima di addentrarci nel tema, è importante fare una premessa sull’importo minimo dell’assegno di mantenimento per il 2022. Secondo quanto stabilito dalla legge, l’importo minimo dell’assegno di mantenimento per il prossimo anno è di 500 euro mensili. Questo importo rappresenta il minimo che un coniuge deve versare all’altro, ma può variare in base alle specifiche condizioni economiche delle parti coinvolte.
Quando si instaura una nuova convivenza, la situazione si complica. Infatti, la legge prevede che l’assegno di mantenimento possa essere revocato o ridotto qualora il beneficiario inizi una nuova convivenza. Questo perché si presume che la nuova convivenza porti a una riduzione delle spese e delle necessità economiche del beneficiario.
Tuttavia, la legge non specifica in modo chiaro cosa si intenda per “nuova convivenza”. In alcuni casi, si può considerare una nuova convivenza solo quando si instaura un matrimonio o una convivenza di fatto, mentre in altri casi può essere sufficiente la semplice convivenza. È quindi fondamentale fare riferimento alla giurisprudenza per avere una chiara interpretazione di questa disposizione.
Inoltre, la legge prevede che la revoca o la riduzione dell’assegno di mantenimento debba essere richiesta dal coniuge obbligato e che spetti al giudice valutare se sussistono le condizioni per procedere a tale revoca o riduzione. Il giudice terrà conto delle specifiche circostanze del caso, come ad esempio la durata della nuova convivenza, le condizioni economiche delle parti coinvolte e le esigenze dei figli.
È importante sottolineare che la revoca o la riduzione dell’assegno di mantenimento non è automatica, ma deve essere valutata caso per caso. Inoltre, il coniuge beneficiario ha il diritto di opporsi alla richiesta di revoca o riduzione presentata dall’ex coniuge, fornendo le proprie motivazioni e dimostrando che le proprie necessità economiche non sono state ridotte dalla nuova convivenza.
Per quanto riguarda i riferimenti normativi, bisogna fare riferimento all’articolo 156 del Codice Civile, che disciplina l’assegno di mantenimento, e all’articolo 337-bis del Codice Civile, che regola la revoca o la riduzione dell’assegno di mantenimento in caso di nuova convivenza.
In conclusione, la legge prevede che l’assegno di mantenimento possa essere revocato o ridotto qualora il beneficiario inizi una nuova convivenza. Tuttavia, la legge non specifica in modo chiaro cosa si intenda per “nuova convivenza” e spetta al giudice valutare caso per caso se sussistono le condizioni per procedere a tale revoca o riduzione. È quindi fondamentale fare riferimento alla giurisprudenza per avere una chiara interpretazione di questa disposizione.