La richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro è un diritto riconosciuto dalla legge italiana a tutti i padri lavoratori. Questo diritto, introdotto con la legge 92/2012, è stato successivamente ampliato e modificato con il decreto legislativo 80/2015 e con la legge di bilancio 2018.
La richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro è un atto formale che il lavoratore deve presentare al proprio datore di lavoro per poter usufruire del periodo di astensione dal lavoro previsto dalla legge in occasione della nascita di un figlio. Questo periodo di astensione, noto come congedo di paternità, è finalizzato a permettere al padre di partecipare attivamente alla cura e all’educazione del neonato nei primi mesi di vita.
La richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro deve essere presentata con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla data in cui si intende iniziare il periodo di astensione. Il datore di lavoro, ricevuta la richiesta, non può rifiutarsi di concedere il congedo, a meno che non sussistano gravi motivi legati all’organizzazione del lavoro. In ogni caso, il rifiuto deve essere motivato e comunicato per iscritto al lavoratore.
Il congedo di paternità può essere richiesto per un periodo massimo di 7 giorni, da fruire entro i 5 mesi successivi alla nascita del figlio. Questo periodo può essere esteso fino a 10 giorni in caso di assenza, decesso o grave malattia della madre. Inoltre, il padre ha diritto a fruire di un ulteriore periodo di congedo, pari a 3 giorni, da utilizzare entro il primo anno di vita del bambino.
La richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro deve essere accompagnata dalla documentazione necessaria a dimostrare la nascita del figlio. In particolare, è necessario presentare il certificato di nascita del bambino o, in alternativa, la dichiarazione sostitutiva di certificazione.
Durante il periodo di congedo di paternità, il lavoratore ha diritto a percepire un’indennità pari all’80% della retribuzione giornaliera. Questa indennità è erogata dall’INPS, previa presentazione da parte del lavoratore di una specifica domanda.
A parere di chi scrive, è importante sottolineare che la richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro non comporta alcuna penalizzazione per il lavoratore. Infatti, il periodo di congedo è considerato ai fini del calcolo dell’anzianità di servizio e della maturazione dei diritti previdenziali e assistenziali.
Altresì, è bene ricordare che il diritto al congedo di paternità è riconosciuto anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, che possono presentare la richiesta di congedo direttamente all’INPS.
Possiamo quindi dire che la richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro è un diritto fondamentale del lavoratore, che la legge italiana tutela e promuove. Questo diritto, oltre a riconoscere il ruolo attivo del padre nella cura e nell’educazione del figlio, contribuisce a promuovere l’equilibrio tra vita lavorativa e vita familiare, favorendo la conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi di cura.
Quindi, è fondamentale che ogni lavoratore sia adeguatamente informato sui propri diritti e sappia come esercitarli. In particolare, è importante conoscere le modalità di presentazione della richiesta di congedo di paternità al datore di lavoro, i termini di preavviso e la documentazione necessaria. Solo così sarà possibile usufruire pienamente dei benefici previsti dalla legge e contribuire attivamente alla cura e all’educazione del proprio figlio.