Rivoluzione nei condomini: ora basta anche con un solo partecipante ma occhio alle trappole

Una svolta che promette di semplificare la vita nei condomini, ma potrebbe anche nascondere qualche insidia legale.

C’è una novità che sta facendo discutere avvocati, amministratori e condomini di tutta Italia. Una recente interpretazione normativa ha infatti aperto una porta che fino a poco tempo fa sembrava chiusa a doppia mandata: quella delle assemblee condominiali valide anche con un solo partecipante. Un cambiamento che, a prima vista, sembra rendere la gestione degli edifici più semplice e veloce. Ma, come spesso accade quando si parla di leggi e di condominio, dietro l’apparente semplificazione si nascondono anche rischi e insidie da non sottovalutare.

Immaginiamo la scena: assemblea convocata regolarmente, ma nessuno si presenta. Nessuno tranne un solo proprietario, deciso a non rinviare ancora l’approvazione del bilancio o la riparazione urgente del tetto. In passato, quella riunione sarebbe stata considerata nulla, da rifare daccapo. Oggi invece, secondo la nuova interpretazione, quella stessa riunione può essere valida e produrre effetti giuridici. Un vero e proprio cambio di prospettiva, che valorizza l’efficienza e la funzionalità del condominio rispetto alla lentezza e all’inerzia di chi non partecipa mai. Ma cosa significa, concretamente, questa rivoluzione? 

Assemblea valida anche con un solo condomino

La novità parte da una base solida: se l’assemblea è stata convocata nel pieno rispetto della legge — con avviso inviato a tutti i condomini nei tempi e nei modi previsti — la riunione può considerarsi valida anche se si presenta una sola persona. In pratica, non conta più quante persone partecipano, ma se la convocazione è stata fatta correttamente. È un modo per evitare che il disinteresse di alcuni blocchi la vita condominiale.

Assemblea condominiale
L’assemblea condominiale può avere anche solo un partecipante – diritto

Pensiamo alle situazioni urgenti: infiltrazioni d’acqua, spese per la manutenzione straordinaria, approvazione dei conti o nomina dell’amministratore. Fino a ieri, bastava che pochi condomini decidessero di non presentarsi per rinviare tutto all’infinito. Oggi, invece, si potrà procedere comunque — a patto che siano rispettate tutte le formalità.

Questo orientamento deriva da una lettura combinata degli articoli 1136 del Codice Civile e 66 delle disposizioni di attuazione. L’idea di fondo è semplice ma rivoluzionaria: l’assenza degli altri non può bloccare la gestione dell’edificio, se tutti sono stati messi in condizione di partecipare. La legge, insomma, privilegia l’efficienza e la continuità amministrativa rispetto all’immobilismo.

Attenzione però: non è tutto oro quel che luccica. La delibera presa da un solo condomino resta impugnabile se emergono irregolarità nella convocazione (ad esempio, se un condomino non ha ricevuto l’avviso o se l’ordine del giorno non era chiaro). Inoltre, l’atto deve rispettare i quorum deliberativi previsti dalla legge: non tutte le decisioni possono essere prese in solitaria. Le materie che richiedono una maggioranza qualificata — come le modifiche alle parti comuni o l’approvazione di lavori straordinari — restano comunque soggette ai limiti fissati dal Codice Civile.

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