Quali conseguenze se la banca fallisce?
Il fallimento di una banca può avvenire per varie ragioni, vediamo le conseguenze per il fallito correntista…
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Il diritto fallimentare è la branca del diritto che disciplina la situazione delle imprese che si trovano in stato di insolvenza, ovvero quando non sono in grado di pagare i propri debiti. Lo scopo del diritto fallimentare è di fornire un quadro normativo che consenta la gestione dell’insolvenza in modo equo e razionale, tutelando i creditori e cercando di garantire la continuità dell’attività dell’impresa.
In generale, il diritto fallimentare regola le procedure di liquidazione dei beni dell’impresa, al fine di soddisfare i creditori, nonché le procedure di ristrutturazione dell’impresa stessa, al fine di consentire la sua ripresa economica.
In Italia, il diritto fallimentare è disciplinato dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore nel 2018, che ha sostituito il vecchio Codice fallimentare. Il nuovo codice ha introdotto importanti novità, tra cui l’accentramento delle procedure di insolvenza in un unico organismo, ovvero il Tribunale di Milano, e la previsione di strumenti per la gestione della crisi d’impresa, come l’accordo di ristrutturazione dei debiti (ARD) e la procedura di liquidazione del patrimonio con continuità aziendale (PLC).
Il sovraindebitamento si verifica quando una persona o un’azienda non riesce più a far fronte ai propri debiti, ovvero quando il debito è superiore alla propria capacità di pagamento.
In Italia, il sovraindebitamento è regolato dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che ha introdotto strumenti specifici per gestire la crisi dell’impresa e del privato, come ad esempio l’accordo di ristrutturazione dei debiti (ARD) e la procedura di liquidazione del patrimonio con continuità aziendale (PLC).
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In alternativa al Concordato preventivo si può Proporre ai creditori un Piano di ristrutturazione per evitare di fallire…
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