Crisi d’impresa: le procedure per evitare il fallimento

Quando un’impresa attraversa un periodo di crisi finanziaria, prima di dover dichiarare ‘bancarotta’ esiste la possibilità di avviare delle procedure per evitare il fallimento scongiurando la cessazione e preservando quindi la continuazione dell’attività d’impresa. Analizziamone alcune.

Il concordato preventivo, anzitutto, disciplinato dall’articolo 160 della Legge Fallimentare e seguenti, consiste in un accordo tra l’imprenditore in crisi e i creditori per la ristrutturazione dei debiti e il risanamento aziendale. Il piano concordatario deve essere approvato dai creditori e omologato dal Tribunale. Qui una scheda di approfondimento: Concordato preventivo, la soluzione per risanare l’impresa

Con il Decreto Sviluppo del 2012 le procedure per evitare il fallimento si sono arricchite inoltre dell’istituto del concordato in continuità aziendale, che consente di proseguire l’attività durante la procedura.

Un’altra alternativa è l’accordo di ristrutturazione dei debiti previsto dall’articolo 182 bis della Legge Fallimentare, con cui l’impresa si accorda con almeno il 60% dei creditori per la rinegoziazione dei debiti e un piano di risanamento. Qui un approfondimento: Proporre ai creditori un Piano di ristrutturazione, per evitare di fallire

Infine, con il nuovo Codice della Crisi di Impresa, è stato introdotto anche l’istituto del piano di risanamento per intervenire in una fase ancora preliminare rispetto all’insolvenza. Qui un approfondimento: Uscire dall’insolvenza con un Piano di risanamento aziendale

Sfruttando al meglio questi strumenti, è possibile intervenire tempestivamente sulla crisi aziendale ed evitare conseguenze più gravi come il fallimento, con benefici per l’imprenditore, i creditori e la salvaguardia dei livelli occupazionali.

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