Concordato preventivo, la soluzione per risanare l’impresa

Il concordato preventivo è una procedura concorsuale che consente all’imprenditore in stato di crisi o insolvenza di evitare il fallimento offrendogli una soluzione per risanare l’impresa. Viene disciplinato dall’articolo 160 della Legge Fallimentare e seguenti.

Con il ricorso per concordato l’imprenditore presenta ai creditori un piano contenente la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti in percentuale che può prevedere la prosecuzione dell’attività, anche attraverso il conferimento dell’azienda a terzi, la liquidazione dei beni o la combinazione delle due soluzioni.

Per essere approvato, il piano deve essere ritenuto fattibile e idoneo ad assicurare il pagamento di almeno il 40% dell’ammontare dei creditori chirografari. Una volta che i creditori avranno votato il piano, il Tribunale procederà successivamente con l’omologazione che darà validità a quello che, fino ad allora, era una mera ipotesi.

Il concordato consente è un ottima soluzione per risanare l’impresa puntando al superamento della crisi aziendale, mantenendola così in vita l’impresa, in tutto o in parte, nell’interesse dei creditori e dei lavoratori.

Cosa succede se la proposta di concordato preventivo non viene approvata dai creditori?

Le possibilità sono diverse. Innanzitutto il Tribunale può dichiarare inammissibile il concordato se mancano proprio i requisiti minimi richiesti dalla legge. A quel punto l’imprenditore ha due strade: presentare una nuova domanda oppure rassegnarsi alla dichiarazione di fallimento dell’impresa.

Il Tribunale spesso concede una seconda chance all’imprenditore, assegnandogli un po’ di tempo per modificare la proposta di concordato in modo da renderla appetibile per i creditori. Le modifiche possono riguardare le percentuali o i tempi di rimborso dei debiti.

I creditori dal canto loro possono fare un’altra mossa: proporre un concordato concorrente, ossia un piano alternativo che potrebbe essere approvato al posto di quello presentato dall’imprenditore.

Inoltre, anche se non si raggiungono le maggioranze previste, il Tribunale può decidere di omologare comunque il concordato, se ritiene che vada a beneficio della maggior parte dei creditori.

Solo nella sciagurata ipotesi in cui proprio non si trovi un accordo che accontenti tutti, allora non resterà che revocare il concordato preventivo e dichiarare il tanto temuto fallimento dell’impresa.

Per una trattazione più completa rimandiamo al nostro articolo Crisi d’impresa: le procedure per evitare il fallimento