Ape Sociale prorogata: chi può fare domanda nel 2026 e chi resta fuori

Ci sono lavoratori che contano i mesi non per arrivare alle vacanze, ma per poter finalmente fermarsi. Per loro, l’Ape Sociale è diventata una boccata d’ossigeno: un sostegno economico che permette di lasciare il lavoro prima dei 67 anni, senza restare scoperti fino alla pensione di vecchiaia.

La Legge di Bilancio 2026 conferma la misura fino al 31 dicembre 2026, mantenendo intatti i requisiti e i criteri di accesso. È una proroga importante, perché garantisce continuità a migliaia di persone che, tra disoccupazione, disabilità o mansioni gravose, faticano a restare nel mercato del lavoro fino ai limiti ordinari.

Dietro ogni domanda c’è spesso una storia: un muratore con le ginocchia compromesse, una figlia che assiste un genitore malato, un operaio che non riesce più a reggere i turni notturni. L’Ape Sociale serve proprio a questo: offrire un ponte dignitoso verso la pensione, per chi non può più “tenere botta”.

Chi può accedere nel 2026 all’Ape Sociale

Possono richiedere l’Ape Sociale tutti coloro che hanno almeno 63 anni e 5 mesi e si trovano in una delle seguenti situazioni:

  • Disoccupati, con almeno 30 anni di contributi, che abbiano perso il lavoro involontariamente o si siano dimessi per giusta causa, dopo aver concluso il periodo di indennità di disoccupazione.
  • Caregiver, che da almeno sei mesi assistono un familiare convivente con disabilità grave e hanno almeno 30 anni di contributi.
  • Invalidi civili, con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, sempre con 30 anni di contributi.
  • Lavoratori impiegati in attività gravose, con 36 anni di contributi, che abbiano svolto tali mansioni per almeno 7 degli ultimi 10 anni (o 6 degli ultimi 7).

Per alcune categorie particolarmente usuranti, come operai edili e ceramisti, la soglia contributiva scende a 32 anni. Le donne beneficiano inoltre di una riduzione: un anno in meno di contributi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.

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Chi può accedere nel 2026 all’Ape Sociale – diritto.net

L’importo dell’indennità non supera 1.500 euro lordi mensili per 12 mensilità e viene corrisposto fino al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria. Chi intende accedere alla misura dovrà presentare domanda all’INPS, che verificherà la presenza dei requisiti. Restano invariate le tre finestre temporali già previste:

  • 1° gennaio – 31 marzo (istanza tempestiva)
  • 1° aprile – 15 luglio
  • 16 luglio – 30 novembre

Le richieste arrivate dopo il 30 novembre saranno prese in considerazione solo se resteranno fondi disponibili. È un meccanismo di monitoraggio che serve a garantire la sostenibilità economica della misura, evitando sovraccarichi di spesa.

L’Ape Sociale non è una pensione anticipata in senso stretto, ma un sostegno selettivo. È destinata a chi si trova davvero in difficoltà, non a chi cerca scorciatoie. Proprio per questo non è cumulabile con altri redditi da lavoro, salvo quelli da attività occasionale entro 5.000 euro lordi annui.

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