La corretta ripartizione delle spese idriche in condominio, secondo la normativa e le ultime sentenze, permette di ridurre i costi grazie all’installazione dei contatori individuali.
Nel panorama condominiale italiano, la gestione delle spese relative al consumo dell’acqua rappresenta uno degli argomenti più dibattuti e controversi. La normativa vigente e la giurisprudenza più recente hanno fatto chiarezza su come deve essere correttamente ripartita la spesa, evidenziando le criticità di alcune prassi consolidate ma non conformi alla legge. In particolare, si è acceso il dibattito sul cosiddetto “trucco legale” per risparmiare sulla TARI e sulle spese idriche, che si basa sull’installazione di contatori individuali e su criteri di ripartizione più equi rispetto a quelli tradizionali.
Come risparmiare sulla TARI
Secondo quanto stabilito dall’articolo 1123 del codice civile, la ripartizione delle spese per il consumo dell’acqua all’interno del condominio deve avvenire prioritariamente in base all’effettivo consumo rilevato da contatori installati in ogni singola unità immobiliare. Questo principio è stato confermato dalla sentenza della Cassazione Civile, Sezione Seconda, n. 17557 del 2014, che ha chiarito come sia errata e ingiustificata una delibera assembleare che ripartisca le spese in base al numero di persone che abitano stabilmente in ciascun appartamento, esentando dal pagamento i condomini con appartamenti vuoti.
Nel caso in cui non vi siano contatori individuali, la legge prevede che la spesa sia suddivisa secondo i valori millesimali di proprietà, ovvero in proporzione al valore dell’immobile di ciascun condomino. Eventuali criteri differenti, come la ripartizione per numero di persone, possono essere adottati solo con il consenso unanime di tutti i condomini, configurandosi come una deroga al criterio legale.
Il criterio della ripartizione della spesa idrica in base al numero di persone per unità immobiliare è molto diffuso ma, come confermato anche da numerosi commenti recenti di condomini e da esperti legali, presenta diverse criticità. Innanzitutto, esso introduce una presunzione forfettaria che non tiene conto del consumo effettivo, creando disparità tra nuclei familiari di dimensioni differenti.

Un esempio pratico arriva da una discussione tra condomini che mettono in evidenza come una famiglia numerosa possa consumare molta più acqua rispetto a un single o a una coppia, ma pagando la stessa quota se la ripartizione avviene per millesimi. Il contrario, invece, penalizzerebbe chi vive da solo, obbligandolo a sostenere una parte sproporzionata delle spese.
Inoltre, la ripartizione in base al numero di residenti pone problemi pratici e di gestione per l’amministratore, che dovrebbe verificare costantemente la composizione dei nuclei familiari, attività che esula dalle sue competenze e che può facilmente generare contenziosi.
L’installazione di contatori privati per ogni unità immobiliare rappresenta la soluzione più equa e conforme alla normativa per la ripartizione delle spese idriche. Come sottolineato dall’Avv. Matteo Mami, esperto in materia condominiale, la giurisprudenza più recente, inclusa la sentenza del Tribunale di Milano n. 4275/2019, ha stabilito che non è necessaria una delibera condominiale per autorizzare l’installazione individuale di contatori.
Questo sistema consente di pagare solo il consumo effettivo di ciascun condomino, eliminando le distorsioni del criterio per numero di abitanti e incentivando un uso più responsabile e attento delle risorse idriche. Inoltre, consente di evitare situazioni in cui condomini con appartamenti vuoti o poco utilizzati siano esentati dal pagamento, ma contribuiscano comunque ai costi fissi del servizio idrico, come il minimo garantito dal gestore.
Nonostante ciò, alcuni condomini si oppongono ancora all’installazione dei contatori, spesso per timori legati a lavori invasivi o costi aggiuntivi. Tuttavia, come evidenziato da un amministratore di condominio, nella maggior parte dei casi non è necessario effettuare opere murarie importanti per installare i contatori, e un parere tecnico di un idraulico può chiarire le modalità più semplici e meno impattanti per l’intervento.