Quali sono i criteri per l’affidamento condiviso dei figli
L’affidamento condiviso dei figli è una modalità di gestione della responsabilità genitoriale che prevede che entrambi i genitori partecipino in modo equilibrato alla vita dei propri figli, anche in caso di separazione o divorzio. In questo articolo esamineremo i principali criteri che vengono presi in considerazione per stabilire se l’affidamento condiviso è la soluzione migliore per i minori coinvolti.
Durante la procedura di separazione o divorzio, il giudice tiene conto di diversi fattori per valutare se l’affidamento condiviso sia nell’interesse superiore del minore. Tra i principali criteri considerati vi sono:
– La capacità dei genitori di comunicare e cooperare tra loro per prendere decisioni riguardanti la vita del figlio.
– La disponibilità dei genitori a favorire il mantenimento di un rapporto significativo tra il minore e l’altro genitore.
– La capacità dei genitori di garantire al minore un ambiente stabile e sereno, in grado di favorire la sua crescita e sviluppo armonioso.
– Le esigenze e le preferenze del minore, tenendo conto della sua età e maturità.
– La distanza geografica tra le residenze dei genitori e la possibilità di garantire al minore un regolare contatto con entrambi i genitori.
Secondo l’articolo 337ter del Codice Civile italiano, l’affidamento condiviso può essere disposto dal giudice quando entrambi i genitori ne fanno richiesta e non vi sono motivi che lo rendano inadeguato. Inoltre, il giudice può disporre l’affidamento condiviso anche d’ufficio, se ritiene che sia nell’interesse del minore.
È importante sottolineare che l’affidamento condiviso non significa necessariamente una divisione equa del tempo tra i genitori, ma piuttosto una condivisione delle responsabilità genitoriali e delle decisioni riguardanti il minore. Inoltre, l’affidamento condiviso non esclude la possibilità di stabilire un genitore affidatario, che abbia la responsabilità principale del minore ma che coinvolga l’altro genitore nelle decisioni importanti.
Altresì, a parere di chi scrive, l’affidamento condiviso può essere una soluzione positiva per i minori, in quanto permette loro di mantenere un legame significativo con entrambi i genitori e di ricevere un sostegno emotivo e affettivo da entrambi. Inoltre, l’affidamento condiviso può favorire lo sviluppo di una relazione sana e equilibrata con entrambi i genitori, evitando situazioni di conflitto e alienazione parentale.
In conclusione, l’affidamento condiviso dei figli è una modalità di gestione della responsabilità genitoriale che può essere adottata in caso di separazione o divorzio, quando entrambi i genitori sono in grado di cooperare e comunicare per il bene del minore. I criteri per l’affidamento condiviso includono la capacità dei genitori di collaborare, la disponibilità a favorire il rapporto del minore con l’altro genitore, la stabilità dell’ambiente familiare e le esigenze del minore. Possiamo quindi dire che l’affidamento condiviso può essere una soluzione positiva per garantire al minore un ambiente familiare equilibrato e sostenere il suo benessere emotivo e psicologico.
I criteri per l’affidamento condiviso dei figli includono la capacità dei genitori di cooperare, il benessere dei bambini e la capacità di garantire un ambiente stabile e amorevole. Per ulteriori informazioni, visita il sito web della Corte di Cassazione: cortedicassazione.it.