‘Anche un albero ha diritto di denuncia’

‘C’è una Magna Carta universale che gli umani faticano a riconoscere e però sovrasta qualsiasi Costituzione scritta dagli umani stessi.’ Cormac Cullinan, avvvocato,  la chiama Wild Law. Siamo abituati a un diritto antropocentrico che punta al controllo e allo sfruttamento della natura, infatti la maggior parte delle attività che contribuiscono al cambiamento climatico sono assolutamente legali. Nel mondo giuridico idealizzato da Cormac, e teorizzato nella Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra che ha presentato due anni fa all’Onu, «qualsiasi essere umano dovrebbe avere il diritto di farsi parte civile in un giudizio per difendere i diritti di un altro membro della Terra, sia esso un animale, un albero o un lago. Un po’ come già avviene, nei sistemi legali vigenti, quando persone che non possono intraprendere un’azione legale (per esempio, un minorenne) vengono rappresentate in giudizio dai tutori legali». Si tratta di principi legali riconosciuti per esempio in Ecuador, dove un fiume ‘vinse’ una causa contro chi voleva distruggerlo.

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