Dati telefoni e Internet sotto chiave
Tabulati telefonici sotto chiave: lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali con un provvedimento che dovrà essere adottato entro il 31 ottobre prossimo.
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Tabulati telefonici sotto chiave: lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali con un provvedimento che dovrà essere adottato entro il 31 ottobre prossimo.
Un punto fermo sulla querelle che vede contrapposte le major dell’intrattenimento e il diritto alla privacy degli utenti.
Sessantotto manufatti d’epoca romana, greco-romana ed etrusca, tornati in Italia dalle teche di prestigiosi musei di tutto il mondo, sono condannate da una misconosciuta legge ad un limbo burocratico dal quale sarà ben difficile tirarle fuori e che rischia di consegnarle all’oblio più completo.
La Corte ha preferito evitare la condanna alla prigione, sottolineando come sia "compito del governo, attraverso i mezzi legislativi o in altri modi prendere le dovute misure" per risolvere il problema della cosiddetta pirateria telematica della Proprietà Intellettuale.
Se prima o poi il collega di cui sparla lo verrà a sapere, chi invia la posta rischia un processo per ingiuria davanti al giudice su querela della persona offesa dalle maldicenze.
Modificata, dopo quattordici anni, la legge sui reati informatici. La computer forensics entra ufficialmente nel codice di procedura penale e le imprese diventano responsabili per i computer crime commessi dai dirigenti a vantaggio dell’azienda.
Dal 5 aprile è in vigore anche in Italia la Convenzione di Budapest del 2001 sulla criminalità informatica. Ha come primo obbiettivo la persecuzione di tutti gli atti criminali perpetrati attraverso l’uso del computer e di internet. Ad essere nel mirino sono tutti i reati che violano i diritti d’autore, le frodi, la pedopornografia e la sicurezza delle reti (come gli scherzetti combinati dai “pirati” informatici).
È reato creare una falsa identità su internet spacciandosi per un’altra persona. Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione.
Sentenza del Tribunale di Monza. In considerazione dei notori e conosciuti limiti della piattaforma di social network “Facebook” ed alla consapevole accettazione dei conseguenti rischi di una sua non corretta utilizzazione, non possono sussistere ragionevoli dubbi sulla affermazione di civile responsabilità quanto agli effetti ed ai pregiudizi arrecati da messaggi offensivi/lesivi e dalla reale (e … Leggi tutto
La Corte Costituzione è intervenuta su una legge regionale del Piemonte. Che disponeva la non applicazione del diritto d’autore al software libero. Bocciandola: le licenze, anche open, vanno rispettate. L’articolo su punto-informatico.it