La Cassazione ha confermato la condanna di Bruno Vespa per diffamazione dei due pm napoletani che, negli anni’90, avevano ordinato l’arresto del manager Vito Gamberale, poi assolto. Vespa, citato a giudizio per un passaggio del libro “La sfida” in cui l’intervistato Gamberale definiva «illegittimo» il suo arresto,aveva sostenuto di aver solamente riportato la «sostanziale verità dei fatti», peraltro confutata da due sentenze di merito e anche da un’indagine ispettiva del ministero.