Condominio, rischi una multa salatissima se parcheggi così: le nuove regole sono durissime

Chi vive in condominio lo sa: trovare un posto per la propria bici o scooter può diventare una piccola impresa quotidiana. Spesso, per comodità, si finisce per lasciarli nell’androne, sotto al portico o nel cortile interno. Un’abitudine apparentemente innocua, ma che oggi può trasformarsi in una violazione vera e propria.

Una recente sentenza del Tribunale di Torre Annunziata (n. 1970 del 3 settembre 2025) ha stabilito che parcheggiare biciclette o motocicli negli spazi comuni condominiali è vietato, anche se non si intralcia il passaggio. Il motivo? Quegli spazi non sono nati per essere “garage di fortuna”, ma luoghi di transito, decoro e accesso all’edificio.

Una decisione che ha fatto discutere molti residenti, ma che chiarisce un principio preciso: il rispetto della destinazione d’uso delle aree comuni è fondamentale, anche quando la sosta è temporanea.

Quando la bici diventa un’infrazione

Il cuore della questione è l’articolo 1102 del Codice Civile, che regola l’uso delle parti comuni. Ogni condomino può servirsene, ma senza alterarne la funzione o limitare il diritto degli altri di farne pari uso. In altre parole, anche un gesto piccolo, come appoggiare la bici in un angolo dell’androne, può essere considerato un uso improprio del bene collettivo.

La giurisprudenza, negli ultimi anni, si è mossa in questa direzione: non conta solo se un oggetto intralcia fisicamente il passaggio, ma anche se modifica l’aspetto o la destinazione dello spazio. Un androne o un portico, per esempio, sono luoghi che devono restare liberi, ordinati e decorosi. Lasciarvi un mezzo, anche per pochi minuti, può essere interpretato come una violazione del regolamento condominiale e comportare sanzioni o richieste di rimozione.

Il principio, inoltre, vale anche in assenza di un divieto esplicito. Basta una clausola generale che vieti di “occupare o ingombrare” le aree comuni per rendere illegittima la sosta. Il regolamento condominiale, infatti, rappresenta la volontà collettiva dei condomini e tutela l’interesse comune alla vivibilità e al decoro dell’edificio.

Multa salata se parcheggi così in condominio
Quando la bici diventa un’infrazione – diritto.net

La soluzione, come spesso accade, è nella prevenzione. Se il condominio non dispone di rastrelliere o spazi dedicati, la prima mossa è proporne l’installazione in assemblea. Si tratta di una piccola spesa che evita conflitti e garantisce ordine.

Anche la comunicazione con gli altri condomini è essenziale: spiegare la necessità di trovare soluzioni condivise riduce il rischio di tensioni e multe. Evitare di occupare portoni, androni o cortili con bici, monopattini o scooter è sempre la scelta più prudente, anche quando il parcheggio è “solo per cinque minuti”.

Un dettaglio importante riguarda anche la responsabilità: in caso di danni o incidenti (per esempio, una bici che graffia un’auto o blocca un’uscita di sicurezza), il proprietario può essere chiamato a rispondere personalmente, con sanzioni civili e, nei casi più gravi, anche penali.

Rispettare le regole condominiali non è solo una questione di diritto, ma anche di convivenza. Mantenere liberi e decorosi gli spazi comuni significa tutelare il valore dell’immobile e il benessere di chi lo abita.

Il messaggio della sentenza è chiaro: il condominio non è un parcheggio improvvisato, ma una comunità di persone che condividono spazi e responsabilità. Un gesto di attenzione, come cercare un posto alternativo per la propria bici, può evitare multe, discussioni e tensioni inutili. E, soprattutto, preservare quella armonia quotidiana che fa davvero la differenza tra vivere in un edificio e sentirsi a casa.

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