Le notifiche dell’Agenzia delle Entrate arrivano quasi sempre quando meno te le aspetti. Un commerciante di Bologna racconta di aver trovato una comunicazione inattesa nella casella PEC, spedita in un periodo di lavoro frenetico. Poche righe, un linguaggio formale e una richiesta di chiarimenti su alcuni pagamenti elettronici non riconducibili ai corrispettivi trasmessi. Un episodio che non e isolato e che anticipa quello che succederà nei prossimi mesi.
A partire dal nuovo anno, infatti, migliaia di esercenti potrebbero ricevere la stessa comunicazione. Una lettera di compliance, cosi viene chiamata, e cioè un avviso bonario che invita il contribuente a verificare eventuali anomalie prima che l’Amministrazione proceda con controlli più severi. Alla base del problema c’è l’obbligo di collegare i POS ai registratori di cassa telematici, una misura prevista dalla Legge di Bilancio 2025 per rendere ancora più tracciabili le transazioni.
Il paradosso e che la tecnologia, nata per semplificare la vita degli esercenti e migliorare la trasparenza, rischia di diventare un ostacolo proprio per chi non e tenuto a dotarsi di un registratore di cassa. Tabaccai, edicolanti, sale giochi e altri esercizi particolari gestiscono quotidianamente pagamenti tracciabili per prodotti per i quali lo scontrino fiscale non viene emesso. E questo genera un vuoto documentale che gli algoritmi del Fisco rilevano come anomalia. Molti imprenditori se ne accorgono tardi, spesso solo quando arriva la comunicazione.
Email Agenzia delle Entrate, cosa sta succedendo
Dal 2026 ogni POS dovrà essere associato alla matricola del registratore telematico tramite la sezione riservata Fatture e Corrispettivi. La procedura sarà attiva da marzo e gli esercenti avranno 45 giorni per adeguarsi. Chi non lo farà incorrerà in sanzioni fino a mille euro a trimestre. Il nodo, pero, riguarda chi non ha obbligo di registratore: in questi casi l’associazione tecnica non e possibile e ogni pagamento elettronico rischia di risultare sospetto.

Il motivo e piu semplice di quanto si pensi. Quando il sistema informatico dell’Agenzia non trova il corrispettivo collegato a un pagamento con carta, genera un alert automatico. Prima di aprire un accertamento, pero, invia una lettera di compliance e invita l’esercente a chiarire la situazione documentando la natura delle vendite. Questo piccolo dettaglio fa davvero la differenza, perché consente di risolvere tutto senza sanzioni.
Chi riceve la comunicazione può accedere al servizio Civis e allegare la documentazione che giustifica l’anomalia, come le evidenze sui prodotti venduti o i registri obbligatori. In molti casi basta una spiegazione precisa per chiudere la pratica senza ulteriori richieste.