Figli naturali e successioni tacite: le novità della giurisprudenza

Figli naturali e successioni tacite: le novità della giurisprudenza

L’articolo che segue tratta delle recenti novità in materia di figli naturali e successioni tacite, alla luce della giurisprudenza italiana. In particolare, si analizzeranno le implicazioni di tali novità e i riferimenti normativi che le regolamentano.

La figura del figlio naturale è stata a lungo oggetto di dibattito nel panorama giuridico italiano. Fino a qualche anno fa, infatti, i figli nati fuori dal matrimonio erano considerati figli illegittimi e godevano di minori diritti rispetto ai figli legittimi. Tuttavia, con l’entrata in vigore della legge n. 219 del 2012, si è assistito ad un cambiamento significativo in questa materia.

La novità principale introdotta dalla legge n. 219 del 2012 riguarda la parità di trattamento tra figli naturali e figli legittimi in ambito successorio. Prima di questa legge, infatti, i figli naturali non avevano diritto alla successione legittima, ma solo alla quota di legittima. Con la nuova normativa, invece, i figli naturali sono equiparati ai figli legittimi e hanno diritto alla stessa quota di eredità.

Un’altra importante novità riguarda le successioni tacite. Si parla di successione tacita quando un figlio naturale viene riconosciuto come tale solo dopo la morte del genitore. In passato, il riconoscimento del figlio naturale doveva avvenire necessariamente in vita del genitore, altrimenti il figlio non aveva diritto alla successione. Tuttavia, la giurisprudenza ha aperto la strada a una diversa interpretazione di questa norma.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1154 del 2018, ha stabilito che il riconoscimento del figlio naturale può avvenire anche dopo la morte del genitore, purché siano presenti elementi che dimostrino l’esistenza di un rapporto affettivo tra il genitore e il figlio. In questo caso, si parla di successione tacita, in quanto il figlio viene riconosciuto come tale solo implicitamente, attraverso il comportamento del genitore.

Questa nuova interpretazione della legge ha aperto la strada a numerosi casi di successione tacita, che prima sarebbero stati esclusi. Ad esempio, se un figlio naturale ha vissuto con il genitore per molti anni, è stato riconosciuto come figlio anche da parenti e amici del genitore, e ha avuto un rapporto affettivo stabile con il genitore, potrà essere considerato erede legittimo anche se il riconoscimento avviene solo dopo la morte del genitore.

È importante sottolineare che la successione tacita non è automatica, ma deve essere dimostrata in sede giudiziaria. Il figlio naturale dovrà presentare prove dell’esistenza del rapporto affettivo con il genitore, come testimonianze di parenti e amici, fotografie, corrispondenze, ecc. Sarà poi il giudice a valutare se tali prove sono sufficienti per riconoscere la successione tacita.

La giurisprudenza italiana ha quindi aperto la strada a una maggiore tutela dei figli naturali e alla possibilità di ottenere la successione anche in caso di riconoscimento postumo. Queste novità sono state accolte positivamente dalla società, che ha visto finalmente riconosciuti i diritti dei figli naturali.

In conclusione, le novità introdotte dalla giurisprudenza italiana in materia di figli naturali e successioni tacite rappresentano un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio. La legge n. 219 del 2012 ha equiparato i figli naturali ai figli legittimi in ambito successorio, garantendo loro la stessa quota di eredità. Altresì, la sentenza n. 1154 del 2018 ha aperto la strada alla successione tacita, consentendo ai figli naturali di essere riconosciuti come eredi anche dopo la morte del genitore, a condizione che siano presenti elementi che dimostrino l’esistenza di un rapporto affettivo. Queste novità rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro le discriminazioni e nella tutela dei diritti di tutti i figli, indipendentemente dalla loro origine.