Soggettività giuridica degli animali: le aperture della giurisprudenza

Gli animali come soggetti di diritto secondo la giurisprudenza: le aperture della giurisprudenza

Gli animali come soggetti di diritto secondo la giurisprudenza: questa è una tematica che negli ultimi anni ha suscitato un grande interesse e dibattito nella società. La giurisprudenza, infatti, sta aprendo nuove strade per riconoscere agli animali una soggettività giuridica, ovvero la capacità di essere titolari di diritti e doveri.

La questione della soggettività giuridica degli animali si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla tutela e il rispetto degli animali stessi. In particolare, si pone l’obiettivo di superare la visione tradizionale che considera gli animali come meri oggetti di proprietà, senza alcun valore intrinseco.

La giurisprudenza, in questo senso, sta compiendo importanti passi avanti. Ad esempio, la Corte di Cassazione italiana, con la sentenza n. 20113 del 2019, ha riconosciuto agli animali una dignità propria e ha affermato che essi non possono essere considerati come cose. Questo significa che gli animali non possono essere oggetto di compravendita o di trattamenti crudeli, ma devono essere tutelati e rispettati come esseri senzienti.

La giurisprudenza si basa su una serie di principi e norme che sottolineano l’importanza di riconoscere agli animali una soggettività giuridica. Ad esempio, l’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea stabilisce che gli animali sono esseri senzienti e devono essere tenuti in considerazione nel momento in cui si adottano politiche e decisioni che li riguardano.

Inoltre, la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata dall’Italia con la legge n. 281 del 1991, prevede una serie di misure volte a garantire il benessere degli animali domestici e a vietare pratiche crudeli o degradanti nei loro confronti.

La giurisprudenza, dunque, si sta muovendo verso una maggiore considerazione degli animali come soggetti di diritto. Questo significa che gli animali possono essere tutelati non solo attraverso norme che vietano comportamenti lesivi nei loro confronti, ma anche attraverso il riconoscimento di diritti specifici.

Ad esempio, in alcuni Paesi europei è stato riconosciuto agli animali il diritto a non subire maltrattamenti, il diritto a vivere in un ambiente sano e il diritto a non essere sfruttati per fini commerciali. Questi diritti, altresì, possono essere fatti valere in sede giudiziaria, permettendo agli animali di essere rappresentati da un tutore legale.

È importante sottolineare che il riconoscimento della soggettività giuridica degli animali non significa equipararli agli esseri umani. Gli animali, infatti, non possono essere titolari di tutti i diritti che spettano agli esseri umani, ma possono essere riconosciuti come soggetti di diritto in relazione a specifiche esigenze e interessi.

In conclusione, la giurisprudenza sta aprendo nuove strade per riconoscere agli animali una soggettività giuridica. Questo significa che gli animali non possono essere considerati come meri oggetti di proprietà, ma devono essere tutelati e rispettati come esseri senzienti. Il riconoscimento della soggettività giuridica degli animali si basa su principi e norme che sottolineano l’importanza di considerare gli animali nel processo decisionale e di garantire loro diritti specifici. Questo rappresenta un importante passo avanti nella tutela e nel rispetto degli animali, altresì apre nuove prospettive per il futuro della giurisprudenza.