Il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale è una misura fiscale introdotta dal governo italiano per incentivare le imprese a investire in attività di ricerca e sviluppo. Questo strumento è stato introdotto con il Decreto Legislativo n. 34 del 19 maggio 2020, che ha recepito la Direttiva UE 2018/958 relativa alla tassazione delle imprese multinazionali.
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale prevede una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per attività di ricerca e sviluppo incrementale rispetto alla media degli investimenti degli ultimi tre esercizi. Questo significa che le imprese che incrementano i propri investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al passato possono beneficiare di un vantaggio fiscale significativo.
Per poter accedere al credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale, le imprese devono rispettare alcuni requisiti. Innanzitutto, devono essere in possesso di un progetto di ricerca e sviluppo approvato da un organismo di certificazione riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Inoltre, devono dimostrare di aver effettivamente sostenuto le spese previste dal progetto e di aver ottenuto dei risultati concreti.
Le spese ammissibili per il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale includono i costi del personale dedicato alle attività di ricerca e sviluppo, i costi dei materiali e delle attrezzature utilizzate, i costi dei servizi di consulenza e di ricerca esterni, nonché i costi delle attività di ricerca e sviluppo svolte in collaborazione con università o enti di ricerca.
È importante sottolineare che il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale è cumulabile con altre agevolazioni fiscali previste per le attività di ricerca e sviluppo. Ad esempio, le imprese possono beneficiare anche del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo di cui all’articolo 3 del Decreto Legislativo n. 145 del 3 agosto 2013.
Per quanto riguarda la modalità di utilizzo del credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale, le imprese possono scegliere di utilizzarlo in compensazione con altri debiti fiscali o di cederlo a terzi. In entrambi i casi, è necessario presentare una specifica istanza all’Agenzia delle Entrate, corredata dalla documentazione comprovante le spese sostenute e i risultati ottenuti.
È altresì importante sottolineare che il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale è soggetto a limiti di utilizzo. Infatti, il beneficio fiscale non può superare il 50% dell’incremento delle spese sostenute per attività di ricerca e sviluppo rispetto alla media degli ultimi tre esercizi. Inoltre, il credito d’imposta non può essere utilizzato per ridurre l’imposta sul reddito al di sotto del 10% dell’imposta dovuta.
A parere di chi scrive, il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale rappresenta un importante strumento per favorire l’innovazione e lo sviluppo tecnologico delle imprese italiane. Infatti, grazie a questa misura fiscale, le imprese sono incentivare ad investire in ricerca e sviluppo, contribuendo così alla crescita economica del Paese.
Possiamo quindi dire che il credito d’imposta ricerca e sviluppo incrementale rappresenta un’opportunità concreta per le imprese italiane che desiderano investire in innovazione e sviluppo tecnologico. Grazie a questa misura fiscale, le imprese possono beneficiare di un vantaggio fiscale significativo, che può contribuire a migliorare la loro competitività sul mercato nazionale e internazionale.