Le pensioni rappresentano un pilastro fondamentale del welfare italiano, con frequenti aumenti che mirano ad adeguare gli importi al costo della vita. Gli incrementi delle pensioni garantiscono maggiore equità sociale, offrendo sostegno concreto ai cittadini anziani e tutelando il loro potere d’acquisto nel tempo.
Grazie agli adeguamenti periodici, le pensioni si trasformano in strumenti dinamici, capaci di rispondere alle esigenze economiche mutevoli della società contemporanea. I frequenti aumenti delle pensioni rafforzano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, assicurando stabilità e sicurezza economica alle famiglie italiane.
In arrivo nuovi aumenti agli assegni
Uno di questi strumenti è la ricostituzione della pensione, un meccanismo che consente di chiedere all’INPS il ricalcolo dell’importo già in pagamento. Si tratta di un diritto esercitabile da ogni pensionato, tramite domanda online con SPID, CIE o CNS, oppure con l’assistenza di un Patronato.

Capire quando conviene presentare la domanda è fondamentale, perché in molti casi la ricostituzione può portare aumenti immediati e arretrati fino a 5 anni. Uno degli utilizzi più comuni riguarda il reddito, poiché molte prestazioni previdenziali dipendono dal reddito del pensionato o del coniuge.
Le integrazioni al minimo, le maggiorazioni sociali e alcune indennità collegate sono esempi di benefici che variano in base ai limiti reddituali. Anche quando la pensione principale non è condizionata dal reddito, l’INPS può riconoscere somme aggiuntive mensili se si rispettano determinati parametri.
Per questo motivo, ogni anno l’Istituto richiede ai pensionati di partecipare alla campagna RED, comunicando i propri redditi. L’adempimento è obbligatorio sia per chi non presenta dichiarazione, sia per chi, pur compilando il modello 730, percepisce altri redditi non dichiarati.
Può capitare che omissioni o dimenticanze portino a riduzioni o sospensioni di prestazioni da parte dell’INPS. In mancanza di comunicazioni, infatti, l’Istituto presume la perdita del diritto ai benefici collegati al reddito.
La soluzione è proprio la domanda di ricostituzione, che consente di ripristinare la corretta misura della pensione e recuperare somme non percepite. Chi ritiene che la pensione sia stata liquidata in misura inferiore al dovuto può inserire i redditi effettivi, anche retroattivamente, ottenendo arretrati fino a 5 anni.
La ricostituzione non riguarda solo i redditi, ma anche i contributi previdenziali non conteggiati al momento della liquidazione. È utile soprattutto per lavoratori autonomi che, per ritardi nei versamenti o cartelle saldate dopo la pensione, si trovano penalizzati nel calcolo iniziale.
In questi casi, la domanda permette di includere i contributi mancanti, aumentando l’importo mensile e recuperando le somme non corrisposte. Lo strumento è valido anche per il riconoscimento di assegni familiari, qualora il coniuge o altri familiari risultino a carico.
In sintesi, la ricostituzione della pensione è un mezzo semplice ma potente, capace di correggere errori e omissioni. Può valere centinaia o migliaia di euro e ogni pensionato dovrebbe conoscerla e utilizzarla quando necessario.