Le nuove regole previdenziali offrono ai lavoratori nati nel 1970 la possibilità di anticipare il pensionamento sfruttando contributi figurativi e strategie personalizzate.
Per chi è nato nel 1970, il traguardo della pensione si avvicina e le novità normative degli ultimi anni aprono opportunità concrete per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Mentre la normativa previdenziale italiana si è evoluta con diverse riforme, i lavoratori di quella generazione possono ora contare su strumenti e strategie per ridurre i tempi di attesa, ottimizzando contributi e tutele.
Pensione per i nati nel 1970: una situazione in evoluzione
Chi è nato nel 1970 ha oggi 55 anni e generalmente alle spalle una carriera lavorativa di oltre trent’anni. Nonostante l’entrata in vigore di riforme come quella Fornero, che hanno innalzato l’età pensionabile e i requisiti contributivi, le condizioni per raggiungere la pensione anticipata sono diventate più favorevoli grazie a diverse misure di flessibilità.
Il requisito contributivo fondamentale per la pensione anticipata ordinaria è oggi fissato a 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per la pensione di vecchiaia l’età minima è di 67 anni. Per i nati nel 1970, quindi, la sfida principale è riuscire a raggiungere il monte contributivo necessario in tempi più rapidi, evitando di dover attendere il limite anagrafico più alto.

Un’importante opportunità per chi ha accumulato almeno 38 anni di contributi è data dall’utilizzo dei contributi figurativi, in particolare quelli riconosciuti durante i periodi di disoccupazione grazie alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Questo strumento consente di continuare a maturare contributi anche senza svolgere un’attività lavorativa retribuita, poiché lo Stato accredita contributi virtuali utili sia per il raggiungimento del diritto alla pensione sia per il calcolo dell’assegno pensionistico.
Se un lavoratore nato nel 1970 usufruisce della Naspi per un massimo di 24 mesi, può così avvicinarsi rapidamente alla soglia di 40 anni di contribuzione. Successivamente, la ripresa dell’attività lavorativa, anche in forma autonoma o in regime forfettario, permette di continuare a versare contributi effettivi, accelerando ulteriormente il percorso verso il pensionamento.
In alternativa, è possibile richiedere all’INPS il versamento di contributi volontari, soluzione preziosa per chi abbia interruzioni nella carriera contributiva o periodi di inattività. Molti lavoratori scelgono di combinare diverse modalità: un esodo incentivato, periodo di Naspi e successivo lavoro autonomo per mantenere costante la copertura contributiva fino al raggiungimento dei requisiti previdenziali.
Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 rientra nel cosiddetto sistema misto, che combina contributi versati nel sistema retributivo e contributivo. Questo comporta alcune limitazioni nell’accesso a forme di pensionamento anticipato riservate ai soli contribuenti “puri”, ovvero quelli che hanno versato esclusivamente contributi secondo il sistema contributivo.
Inoltre, per chi ha svolto attività usuranti o gravose, esistono ulteriori possibilità di anticipare la pensione, ma l’accesso a queste agevolazioni richiede la presentazione di documentazione dettagliata che certifichi la specificità dell’attività svolta.
In generale, per un lavoratore nato nel 1970 con circa 38 anni di contributi versati, la pensione anticipata è un traguardo realizzabile entro i prossimi quattro o cinque anni. Una pianificazione previdenziale attenta e l’ausilio di professionisti o patronati possono fare la differenza, consentendo di sfruttare ogni opportunità per accorciare i tempi e ottimizzare i versamenti.