L’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro
L’IVA forfettario è un regime fiscale semplificato che permette ai piccoli imprenditori di pagare un’imposta sostitutiva dell’IVA in misura fissa, senza dover effettuare la registrazione delle fatture emesse e ricevute. Questo regime è stato introdotto in Italia nel 2015 con l’obiettivo di agevolare le attività economiche di piccole dimensioni, riducendo gli adempimenti burocratici e semplificando la gestione fiscale.
Negli ultimi anni, il regime forfettario ha subito diverse modifiche normative, al fine di renderlo sempre più vantaggioso per i contribuenti. Una delle novità più importanti è rappresentata dall’innalzamento della soglia di fatturato annuo, che è passata da 65.000 a 85.000 euro a partire dal 1° gennaio 2020.
Questa modifica normativa è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019), che ha apportato diverse modifiche al regime forfettario. L’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro è stato accolto positivamente da molti imprenditori, in quanto consente di beneficiare dei vantaggi del regime forfettario anche a fronte di un maggior volume di affari.
In particolare, l’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro consente ai contribuenti di rimanere nel regime forfettario anche se superano il limite di fatturato annuo di 65.000 euro. Prima di questa modifica, infatti, superando tale soglia, i contribuenti erano obbligati ad abbandonare il regime forfettario e ad adottare il regime ordinario, con tutte le relative complicazioni burocratiche e fiscali.
L’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro rappresenta quindi un’opportunità per molti imprenditori, che possono continuare a beneficiare dei vantaggi del regime forfettario anche in presenza di un maggior volume di affari. Questo permette loro di semplificare la gestione fiscale e di ridurre gli adempimenti burocratici, favorendo così lo sviluppo delle attività economiche di piccole dimensioni.
È importante sottolineare che l’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro non comporta solo vantaggi per i contribuenti, ma anche alcune limitazioni. Infatti, superando tale soglia, i contribuenti sono tenuti a versare l’IVA in misura fissa, senza poter detrarre l’IVA pagata sugli acquisti. Questo può rappresentare un costo aggiuntivo per le imprese che operano in settori ad alta incidenza di costi, come ad esempio il settore edile o quello della ristorazione.
Inoltre, l’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro comporta anche l’applicazione di un’aliquota IVA più elevata. Infatti, mentre nel regime ordinario l’aliquota IVA è del 22%, nel regime forfettario l’aliquota IVA è del 15,5%. Questo significa che, superando la soglia di 85.000 euro, i contribuenti dovranno applicare l’aliquota IVA del 22% sui propri prodotti o servizi, con un aumento del costo per i consumatori finali.
A parere di chi scrive, l’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro rappresenta comunque un’opportunità per molti imprenditori, che possono beneficiare dei vantaggi del regime forfettario anche in presenza di un maggior volume di affari. Tuttavia, è importante valutare attentamente i costi e i benefici di questo regime fiscale, al fine di fare una scelta consapevole e conveniente per la propria attività.
Possiamo quindi dire che l’innalzamento della soglia IVA forfettario a 85.000 euro è una modifica normativa che offre nuove opportunità ai piccoli imprenditori, consentendo loro di beneficiare dei vantaggi del regime forfettario anche in presenza di un maggior volume di affari. Tuttavia, è importante valutare attentamente i costi e i benefici di questo regime fiscale, al fine di fare una scelta consapevole e conveniente per la propria attività. Altresì, è fondamentale essere sempre aggiornati sulle normative fiscali e consultare un professionista del settore per ottenere informazioni e consigli personalizzati.