Permessi extra retribuiti in arrivo nel 2026: ecco per chi, la nuova circolare INPS

La nuova misura amplia le tutele per lavoratori e caregiver, prevedendo permessi retribuiti aggiuntivi per esigenze sanitarie documentate e cumulabili con quelli già esistenti

A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore una rilevante integrazione normativa riguardante i permessi retribuiti previsti dalla Legge 104/1992 per i lavoratori che affrontano patologie gravi o che assistono familiari con disabilità. La Circolare INPS n. 152 del 19 dicembre 2025 ha ufficializzato l’introduzione di dieci ore annue di permesso retribuito aggiuntivo dedicate a visite mediche, esami diagnostici e cure terapeutiche, un’innovazione che si affianca ai tre giorni mensili già riconosciuti dalla legge.

Permessi extra per visite ed esami: come funzionano

Attualmente, la Legge 104 garantisce ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, nonché a chi assiste un familiare con grave disabilità, la possibilità di usufruire di tre giorni di permesso retribuito al mese, frazionabili anche in ore.

Permessi extra retribuiti in arrivo nel 2026
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Dal 2026, questi permessi verranno integrati da un pacchetto aggiuntivo di dieci ore annuali specifiche per esigenze sanitarie, come visite specialistiche, cicli terapeutici ricorrenti e controlli clinici indispensabili per il monitoraggio di patologie croniche, invalidanti o oncologiche.

La ratio normativa risponde a esigenze di continuità e flessibilità nell’assistenza sanitaria, riconoscendo che i tre giorni mensili potrebbero risultare insufficienti in presenza di terapie ripetute o visite frequenti. L’INPS ha chiarito che questi permessi saranno retribuiti con un’indennità calcolata secondo criteri analoghi a quelli relativi alla malattia comune, con il datore di lavoro che anticiperà l’importo, recuperandolo successivamente tramite meccanismi contributivi.

Beneficiari e modalità di accesso ai permessi

La nuova agevolazione si rivolge principalmente ai lavoratori con invalidità civile riconosciuta pari o superiore al 74%, o con condizioni di salute equiparabili. Importante, inoltre, è l’estensione del beneficio anche ai caregiver che assistono soggetti con disabilità gravi, compresi i genitori di figli minorenni con disabilità riconosciuta.

Per accedere ai permessi aggiuntivi non basta una semplice autocertificazione: è necessaria una documentazione medica ufficiale che attesti la necessità delle prestazioni sanitarie, specificandone la natura e la rilevanza. Il lavoratore deve comunicare preventivamente al datore di lavoro la volontà di usufruire delle ore di permesso, presentando successivamente le prove della prestazione effettuata per garantire la corretta gestione contributiva e retributiva.

Cumulabilità e impatto sociale

Un elemento di grande innovazione è la cumulabilità tra i dieci ore annue aggiuntive e i tradizionali tre giorni mensili di permesso, consentendo ai lavoratori di combinare entrambe le forme di tutela in base alle esigenze reali. Ciò permette una gestione più precisa e flessibile delle assenze legate sia all’assistenza continuativa sia alle necessità sanitarie puntuali.

Sul piano sociale, questa modifica rappresenta un passo importante nelle politiche di conciliazione tra lavoro e salute, particolarmente rilevante in un contesto demografico segnato dall’aumento delle malattie croniche e invalidanti. La norma contribuisce non solo a tutelare il diritto alla salute dei lavoratori e dei loro familiari, ma anche a promuovere la coesione sociale e il sostegno economico in situazioni di fragilità sanitaria.

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