Il 2026 si avvicina con un quadro economico che, nonostante le incertezze, continua a puntare sull’aumento del netto in busta paga. Negli ultimi anni i lavoratori dipendenti hanno visto susseguirsi misure fiscali e contributive che, sommate, hanno iniziato a incidere in modo concreto sulle entrate mensili. È una tendenza che prosegue, con nuove conferme e qualche ritocco pensato per rendere più leggero il peso delle trattenute.
Non è un caso se molti analisti parlano di un “pacchetto nascosto” da quasi 4.000 euro: non un bonus unico, ma un insieme di strumenti che, combinati, generano un vantaggio economico sorprendentemente consistente. Una sorta di accumulo silenzioso che spesso sfugge all’attenzione dei lavoratori, soprattutto perché non tutte le misure sono automatiche.
Accanto alle agevolazioni già applicate nel 2025, il nuovo anno aggiunge ulteriori tasselli, soprattutto per chi ha figli o turni gravosi. Ed è proprio la combinazione di questi interventi a portare la somma potenziale vicino alla soglia dei 4.000 euro.
I principali bonus che compongono il vantaggio 2026
Il primo mattone è rappresentato dal taglio dell’IRPEF. Per redditi intorno ai 35.000 euro lordi, la riforma ha ridotto gli scaglioni più bassi a un’unica aliquota, generando un risparmio immediato. Dal 2026 arriverà un ulteriore alleggerimento: i 7.000 euro che prima venivano tassati al 35% passeranno al 33%. Il motivo è più semplice di quanto sembri: ridurre l’erosione della parte centrale del reddito, con un beneficio totale che supera i 330 euro annui.
A questo si aggiunge il taglio del cuneo fiscale sulle detrazioni da lavoro. Confermato anche per il 2026, garantisce un incremento mensile costante che, nell’arco dell’anno, si traduce in circa 625 euro. Un aiuto stabile, percepibile in modo diretto nello stipendio.

Un altro tassello arriva dalle agevolazioni dedicate ai compensi accessori. Festivi, notturni e turni continueranno a essere tassati con aliquota agevolata del 15% fino a 1.500 euro. Nel caso di lavoratori con turnazioni regolari, il risparmio sfiora i 110 euro l’anno.
Molto più consistente, invece, il capitolo fringe benefit. Anche nel 2026 restano esenti: 1.000 euro per chi non ha figli e 2.000 euro per chi ne ha. La vera particolarità è che possono essere usati in forma di rimborsi per affitto, mutuo o utenze, una flessibilità che negli ultimi anni ha fatto la differenza nei bilanci familiari.
Per le lavoratrici arriva inoltre un rafforzamento del bonus mamma: 60 euro al mese, riconosciuti alle dipendenti con almeno due figli a carico. La soglia sale fino a 720 euro annui, con criteri pensati per sostenere chi ha minori ancora piccoli.