La Legge di Bilancio 2026 introduce una novità importante per le famiglie di genitori separati, con l’istituzione di un nuovo bonus dedicato al sostegno abitativo. Questa misura nasce per aiutare chi, dopo la separazione o il divorzio, deve sostenere autonomamente le spese per affitto o mutuo, garantendo così la stabilità abitativa propria e dei figli.
L’articolo 56 della manovra finanziaria istituisce un fondo strutturale annuale da 20 milioni di euro, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, destinato a fornire un contributo economico a favore di genitori separati o divorziati con figli minorenni fino a 21 anni e in condizioni di difficoltà economica. Il bonus si rivolge in particolare a chi non è assegnatario della casa familiare e deve sostenere da solo le spese per una nuova abitazione, senza rinunciare al mantenimento dei figli.
L’obiettivo dichiarato dal governo è quello di offrire un sostegno stabile e continuativo, differente dall’indennità da 800 euro erogata durante la pandemia, ora cessata, che era destinata a chi aveva subito riduzioni lavorative temporanee. In questo caso, invece, si punta a garantire una copertura economica per le spese abitative in modo strutturale e duraturo.
Chi può accedere al bonus e quali requisiti sono richiesti
Il contributo sarà rivolto ai genitori separati o divorziati che soddisfano alcune condizioni precise, che saranno meglio definite da un decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture in collaborazione con il Ministero dell’Economia. I requisiti preliminari già delineati sono:
- Avere almeno un figlio a carico con età inferiore ai 21 anni;
- Essere in una situazione di disagio economico, con parametri precisi da definire;
- Non essere assegnatari dell’abitazione familiare post-separazione;
- Essere in regola con gli obblighi di mantenimento verso i figli.
Al momento non è stato specificato l’importo esatto del bonus né le modalità di erogazione, ma si prevede che la misura coprirà in modo parziale o totale le spese di affitto o mutuo, con importi modulati in base al reddito e alla presenza di figli minori o studenti.

Questo provvedimento risponde a un’esigenza sociale ben documentata, soprattutto in riferimento alla condizione dei padri separati, una delle categorie più vulnerabili dal punto di vista economico dopo la fine del rapporto di coppia. Studi recenti dell’Eurispes indicano che l’80% dei padri separati fatica a vivere con il proprio reddito residuo, fortemente ridotto dagli oneri di mantenimento e dalle spese abitative aggiuntive. La Caritas segnala inoltre che quasi la metà dei nuovi poveri in Italia è rappresentata da uomini separati o divorziati.
Garantire un supporto abitativo significa quindi prevenire situazioni di disagio e povertà, assicurando al contempo una stabilità essenziale per il benessere dei figli e la ricostruzione di una vita autonoma.
Altri sostegni a genitori separati e novità correlate
Parallelamente al bonus affitto, l’INPS continua a erogare un contributo fino a 800 euro mensili per massimo 12 mesi, destinato a genitori separati o divorziati che hanno subito mancati o ridotti versamenti dell’assegno di mantenimento a causa della crisi economica legata alla pandemia. Questa misura, attiva fino a esaurimento fondi, si rivolge a chi ha un reddito IRPEF non superiore a 8.174 euro nelle annualità interessate e risiede con i figli.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2026 contempla anche il potenziamento di altre misure a favore delle famiglie, come l’estensione del limite per usufruire del congedo parentale fino ai 14 anni del figlio, con un indennizzo che copre l’80% della retribuzione per i primi tre mesi e il 30% per i successivi, e l’aumento del bonus mamme lavoratrici da 40 a 60 euro mensili per chi ha almeno due figli con un reddito fino a 40.000 euro.