Il documento di trattamento previsto dalla legge 219/217

Il documento di trattamento previsto dalla legge 219/2017

Il testamento biologico, noto anche come DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), è un documento che permette a una persona di esprimere le proprie volontà in merito alle cure mediche che desidera ricevere o rifiutare nel caso in cui si trovi in una situazione di incapacità di intendere e volere. Questo strumento, introdotto in Italia dalla legge 219/2017, è particolarmente rilevante nel contesto delle decisioni relative alla fine vita.

La legge 219/2017, intitolata “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, ha introdotto importanti novità nel panorama legislativo italiano riguardante la tutela della dignità e dell’autonomia delle persone in ambito sanitario. In particolare, ha riconosciuto il diritto di ogni individuo di esprimere le proprie volontà in merito alle cure mediche che desidera ricevere o rifiutare, anche nel caso in cui si trovi in una situazione di incapacità di intendere e volere.

Il testamento biologico, quindi, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire il rispetto delle scelte personali in materia di trattamenti sanitari. Attraverso questo documento, una persona può indicare le terapie che desidera ricevere, quelle che invece rifiuta e le condizioni in cui preferisce non essere sottoposta a trattamenti invasivi o prolungati. Inoltre, è possibile nominare un fiduciario, ovvero una persona di fiducia che sarà incaricata di rappresentare le volontà del paziente nel caso in cui quest’ultimo non sia in grado di esprimersi.

La legge 219/2017 ha stabilito che il testamento biologico debba essere redatto per iscritto, datato e firmato dal dichiarante. È possibile farlo in forma autografa o attraverso un atto pubblico, come ad esempio un atto notarile. È importante sottolineare che il documento deve essere redatto in modo chiaro e comprensibile, in modo da evitare possibili ambiguità o interpretazioni errate.

Una volta redatto, il testamento biologico deve essere consegnato al medico curante e inserito nella cartella clinica del paziente. In questo modo, il personale sanitario sarà a conoscenza delle volontà del paziente e potrà agire di conseguenza nel rispetto delle sue scelte. È importante ricordare che il testamento biologico può essere revocato o modificato in qualsiasi momento, purché il dichiarante sia in grado di esprimere la propria volontà.

La legge 219/2017 ha introdotto anche il concetto di “dati sensibili di fine vita”, ovvero le informazioni relative alle volontà del paziente in merito alle cure mediche da ricevere o rifiutare nel caso in cui si trovi in una situazione di fine vita. Questi dati sensibili possono essere raccolti e conservati in un’apposita banca dati, accessibile solo al personale sanitario autorizzato. In questo modo, anche in assenza di un testamento biologico, sarà possibile rispettare le volontà del paziente e garantire il diritto di autodeterminazione anche nelle fasi terminali della vita.

In conclusione, la legge 219/2017 ha introdotto importanti novità nel panorama legislativo italiano riguardante la tutela della dignità e dell’autonomia delle persone in ambito sanitario. Il testamento biologico, o DAT, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire il rispetto delle scelte personali in materia di trattamenti sanitari. Attraverso questo documento, ogni individuo può esprimere le proprie volontà in merito alle cure mediche che desidera ricevere o rifiutare, anche nel caso in cui si trovi in una situazione di incapacità di intendere e volere. È importante redigere il testamento biologico in modo chiaro e comprensibile, consegnarlo al medico curante e inserirlo nella cartella clinica del paziente. Inoltre, la legge prevede la possibilità di conservare i dati sensibili di fine vita in una banca dati accessibile solo al personale sanitario autorizzato.