In molti temono sanzioni se viaggiano con denaro in tasca o nel cruscotto, ma cosa prevede davvero la legge? Facciamo chiarezza una volta per tutte.
Può capitare, visto che ormai è tutto digitalizzato, di portare in auto il portafogli con all’interno dei contanti. Ovviamente non cifre normali, perchè altrimenti sarebbe tutto nella norma, ma una certa quantità. C’è chi li tiene per sicurezza, chi deve pagare un artigiano, chi li preleva per una spesa importante.
Negli ultimi tempi molti automobilisti hanno iniziato a preoccuparsi: “Posso essere multato se ho troppi contanti in macchina?”. Un dubbio legittimo, alimentato da notizie poco chiare e da una normativa complessa.
In effetti, i controlli delle forze dell’ordine possono portare a verifiche più approfondite, e in alcuni casi — se emergono sospetti — persino al sequestro del denaro. Ma è importante sapere che non esiste alcuna legge che vieti di portare contanti in auto, né un limite massimo stabilito per chi si muove sul territorio nazionale. La confusione nasce dal fatto che le regole sui pagamenti in contanti e sui controlli doganali sono spesso messe sullo stesso piano, generando paure infondate.
Nessun limite ai contanti in auto, ma attenzione ai pagamenti
Il primo punto da chiarire è che puoi viaggiare liberamente con qualsiasi somma di denaro contante. Non importa se si tratta di 500, 5.000 o 20.000 euro: la legge non prevede una soglia oltre la quale non sia consentito trasportarli. Tuttavia, ci sono regole molto precise su come puoi utilizzare quei soldi.

In Italia, per il 2025, il limite per i pagamenti in contanti è fissato a 4.999,99 euro. Questo significa che puoi pagare in contanti solo importi inferiori a questa cifra; per spese più alte devi usare metodi tracciabili, come bonifici, carte o assegni. Superare il limite non è un semplice errore: comporta una sanzione amministrativa che può arrivare fino al 3% dell’importo pagato, con un minimo di 3.000 euro.
Diverso è il caso dei viaggi all’estero. Se superi la frontiera con una somma superiore a 10.000 euro, sei obbligato a dichiararla alla dogana. Questa regola vale sia in entrata che in uscita dall’Unione europea e riguarda non solo banconote e monete, ma anche oro e titoli al portatore.
Il sequestro del denaro è una misura eccezionale, e non può avvenire solo perché si possiede una grossa somma. Può però scattare se esistono fondati sospetti sull’origine o sulla destinazione del denaro. Per esempio, in caso di indagini su reati fiscali, riciclaggio o traffico illecito.
Le forze dell’ordine possono perquisire un veicolo solo in presenza di un decreto di perquisizione o, in situazioni di urgenza, se ci sono gravi motivi di sospetto (come flagranza di reato o presenza di sostanze illegali). In questi casi, se vengono trovati contanti, il sequestro serve solo a consentire ulteriori accertamenti. Ma il cittadino può sempre dimostrare la liceità della provenienza del denaro e ottenere la restituzione.
Per evitare problemi, il consiglio è semplice: conserva sempre la documentazione che dimostri la provenienza dei tuoi contanti, come una ricevuta di prelievo bancario, una fattura o un contratto. Questi documenti bastano a chiarire subito la situazione in caso di controllo.