L’alimento più amato dagli italiani al 107% in più: rivoluzione nei supermercati da gennaio 2026

L’introduzione di dazi record sulle importazioni dagli USA e l’aumento dei costi mettono sotto pressione il settore pasta, con effetti su prezzi, consumi e Made in Italy.

Milano, 8 ottobre 2025 – Una vera e propria rivoluzione è alle porte per gli scaffali della grande distribuzione italiana a partire da gennaio 2026. L’alimento più amato dagli italiani, la pasta, si trova infatti al centro di una battaglia commerciale che coinvolge in modo diretto produttori nazionali e mercati esteri, con un impatto senza precedenti sui prezzi e sulle dinamiche di consumo. L’ultima novità riguarda l’introduzione di un dazio del 107% sulle importazioni di pasta dagli Stati Uniti, una misura che rischia di stravolgere le abitudini degli italiani e l’intero comparto agroalimentare.

Dazi Usa e tensioni nel settore della pasta italiana

Il gruppo Rummo, uno dei marchi simbolo della pasta Made in Italy, ha denunciato con forza l’iniquità dei dazi imposti dagli Stati Uniti, L’amministratore delegato Ferro ha chiarito che, con questa misura, diventa praticamente impossibile per l’azienda operare sul mercato americano, uno dei più importanti sbocchi per l’export italiano. Nonostante l’apertura a un confronto con l’amministrazione statunitense, la posizione resta ferma: “Noi continueremo l’iter legale per contestare questa decisione, ma i dazi così elevati sono un colpo durissimo per il nostro settore”.

pasta aumento costi
Pasta in aumento – Diritto.net

Questa situazione si inserisce in un contesto di crescente tensione commerciale internazionale che vede l’Italia impegnata a difendere la sua eccellenza agroalimentare contro misure protezionistiche che rischiano di penalizzare fortemente le esportazioni. Nel frattempo, il mercato interno rischia di risentire dei rincari derivanti da una minor concorrenza e da una filiera più costosa.

Secondo i dati più recenti, il prezzo della pasta in Italia è aumentato del 107% rispetto agli anni precedenti, una crescita che ha già iniziato a pesare sul bilancio delle famiglie. L’Istat ha rilevato che circa un terzo delle famiglie italiane sta riducendo la spesa alimentare, con ripercussioni dirette sui prodotti di base come la pasta. Il rincaro non è solo una conseguenza dei dazi, ma anche dell’aumento dei costi di produzione, energia e logistica, che si sommano a una situazione economica nazionale ancora fragile.

La pasta rappresenta da sempre un simbolo della dieta mediterranea e della cultura italiana, e la sua accessibilità è fondamentale per mantenere uno stile di vita sano e sostenibile. L’aumento dei prezzi rischia quindi di modificare le abitudini di consumo, spingendo i consumatori a orientarsi verso alternative meno costose o di qualità inferiore.

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