Tari, Imu e Tasi: queste tasse vanno in prescrizione, ecco quando

Conoscere i termini di prescrizione per TARI, IMU e TASI è essenziale: dal 2025 cancellazione automatica delle cartelle dopo 5 anni senza riscossione. Ecco cosa cambia.

In un contesto fiscale in continua evoluzione, molti contribuenti si interrogano sulle tempistiche di prescrizione di alcune delle principali tasse locali come la TARI, l’IMU e la TASI. La conoscenza dei termini entro cui questi tributi possono essere legalmente richiesti è fondamentale per evitare pagamenti indebiti e per gestire al meglio la propria posizione fiscale. Nel 2025, infatti, si confermano le regole quinquennali di prescrizione per questi tributi, con alcune novità legate all’automatismo nella cancellazione delle cartelle esattoriali non più esigibili.

Prescrizione delle tasse locali: termini e modalità di decorrenza

La prescrizione rappresenta il meccanismo giuridico attraverso cui il diritto dell’ente locale a riscuotere un tributo si estingue dopo un determinato periodo di tempo se non è stato esercitato alcun intervento formale di riscossione. Per i tributi locali come la TARI, l’IMU e la TASI, la normativa vigente stabilisce un termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 1, comma 161, del decreto legislativo n. 296/2006. Questo significa che, trascorsi cinque anni dalla data in cui il pagamento del tributo era dovuto, senza che siano stati notificati atti interruttivi, il debito non può più essere legalmente reclamato.

La decorrenza del termine di prescrizione inizia dalla data di scadenza del versamento del tributo. Nel caso in cui l’ente locale notifichi un avviso di accertamento, una cartella esattoriale o anche un semplice sollecito formale, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia a decorrere da capo dalla data di notifica dell’atto. Pertanto, ogni comunicazione ufficiale, purché correttamente notificata, fa ripartire il conteggio dei cinque anni.

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Tasse: quando scadono – Diritto.net

Nel 2025 è in vigore una significativa innovazione riguardante la prescrizione delle cartelle esattoriali: l’introduzione della prescrizione automatica per le cartelle non più esigibili dopo cinque anni. Ciò significa che, se l’Agenzia delle Entrate Riscossione non ha eseguito alcuna azione di riscossione nei cinque anni successivi alla scadenza del tributo, la cartella viene cancellata automaticamente, alleggerendo così il carico fiscale di molti contribuenti con vecchi debiti.

È importante notare che la pandemia di Covid-19 ha causato alcuni slittamenti nei termini di accertamento fiscale e riscossione, con sospensioni temporanee dei termini che potrebbero influire sulle scadenze di alcune cartelle. La Corte di Cassazione è chiamata a fornire ulteriori chiarimenti nel corso dell’anno, ma la regola generale del quinquennio per la prescrizione dei tributi locali resta valida.

In caso di dubbi, è consigliabile conservare tutta la documentazione ricevuta, come avvisi di accertamento e cartelle esattoriali, e consultare esperti fiscali per valutare la possibilità di presentare ricorso o opposizione. La normativa prevede che la notifica degli atti sia effettuata secondo precise modalità: eventuali errori o notifiche irregolari possono rendere invalida la pretesa dell’ente.

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