Dopo un’attesa di anni, la Conferenza Stato-Regioni ha finalmente approvato nuove esenzioni segnando una svolta significativa.
Questi aggiornamenti rappresentano un passo cruciale per garantire prestazioni sanitarie più moderne, efficaci e accessibili, rispondendo alle esigenze emergenti della popolazione e alle innovazioni scientifiche.
Tra le innovazioni più rilevanti introdotte dai nuovi LEA spicca l’ampliamento dello screening neonatale, che ora include otto nuove malattie genetiche rare come l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) e le Immunodeficienze combinate gravi (SCID). Queste patologie, se diagnosticate tempestivamente, possono essere trattate con terapie innovative in grado di migliorare drasticamente la qualità di vita dei neonati colpiti.
Sanità, approvate le nuove esenzioni: chi potrà beneficiarne
Un altro cambiamento importante riguarda la sorveglianza attiva delle donne con rischio genetico ereditario di tumori alla mammella e all’ovaio. Il nuovo programma prevede l’identificazione delle varianti patogene nei geni BRCA1 e BRCA2 per pazienti già affette, seguita da uno screening regolare per le familiari sane risultate positive.

Grazie a questa misura, oltre diecimila donne ogni anno potranno usufruire gratuitamente di visite senologiche, mammografie, ecografie, risonanze magnetiche e consulenze oncologiche e ginecologiche, inserite nei LEA come prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale (SSN).
L’investimento complessivo previsto per l’implementazione di queste prestazioni si aggira intorno ai 150 milioni di euro annui, una cifra che testimonia l’impegno concreto dello Stato verso la prevenzione e la diagnosi precoce.
L’aggiornamento dei LEA introduce inoltre tre nuove malattie croniche esenti dal pagamento del ticket per le prestazioni correlate: la sindrome fibromialgica, l’idrosadenite cronica suppurativa e la malattia polmonare da micobatteri non tubercolari. Per ciascuna è stata definita la durata minima dell’attestato di esenzione, garantendo così un percorso di cura continuativo senza oneri economici per i pazienti.
Particolare attenzione viene riservata ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, con l’inserimento di due nuove prestazioni di terapia psicoeducazionale disponibili sia in sedute individuali che di gruppo. Questo riconoscimento è fondamentale per sostenere soprattutto giovani e giovanissimi affetti da tali disturbi, assicurando loro un accesso facilitato a percorsi terapeutici specifici e garantiti dal SSN.
Parallelamente, il decreto ministeriale “isorisorse” ha aggiornato gli elenchi delle malattie rare che beneficiano dell’esenzione, ha rivisto le prestazioni di assistenza termale e ha adeguato i Diagnosis Related Group (DRG) per i ricoveri ordinari a rischio di inappropriatezza, migliorando così l’efficienza complessiva del sistema sanitario.
La Conferenza delle Regioni ha sottolineato l’importanza di mantenere un dialogo costante con la Commissione LEA del Ministero della Salute per evitare i ritardi accumulati negli ultimi anni. L’obiettivo è garantire aggiornamenti regolari e tempestivi, in modo che i Livelli essenziali di assistenza restino sempre allineati alle più recenti scoperte scientifiche e alle innovazioni tecnologiche.
La deputata del Partito Democratico Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari Sociali, ha definito l’approvazione dei nuovi LEA come “una conquista attesa da anni” e “un passo avanti fondamentale per il Paese”. Tra le altre novità, sono state ampliate le prestazioni specialistiche per il controllo della gravidanza fisiologica, assicurando un’assistenza più completa alle future mamme.
Rimangono invariati i tre grandi pilastri dell’assistenza sanitaria nazionale: la prevenzione collettiva e la sanità pubblica, l’assistenza distrettuale sul territorio e l’assistenza ospedaliera. Tuttavia, i contenuti di questi livelli sono stati profondamente rinnovati, rispondendo in modo più efficace e aggiornato alle esigenze contemporanee di salute pubblica.
L’iter legislativo proseguirà ora con l’esame delle Commissioni parlamentari, con l’auspicio che l’entrata in vigore avvenga entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, così da permettere agli enti centrali e regionali di adeguare tempestivamente i propri sistemi.