I presupposti per la perdita del diritto a percepire l’assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento è una somma di denaro che viene corrisposta da un coniuge all’altro in caso di separazione o divorzio, al fine di garantire il sostentamento economico del coniuge più debole o dei figli. Tuttavia, esistono dei presupposti che possono determinare la perdita del diritto a percepire tale assegno.
Uno dei principali presupposti che può portare alla riduzione o alla perdita dell’assegno di mantenimento è il cambiamento della situazione economica del coniuge beneficiario. Infatti, se il coniuge che riceve l’assegno di mantenimento ottiene un lavoro o un aumento di reddito significativo, potrebbe non essere più necessario il versamento dell’assegno da parte dell’altro coniuge. Questo perché l’assegno di mantenimento ha lo scopo di garantire il sostentamento economico del coniuge più debole, ma se quest’ultimo riesce a mantenersi autonomamente, il diritto all’assegno potrebbe venir meno.
La riduzione dell’assegno di mantenimento può avvenire anche nel caso in cui il coniuge beneficiario abbia una nuova relazione o conviva con un nuovo partner. Infatti, se il coniuge beneficiario ha una nuova convivenza stabile, si presume che le spese siano condivise con il nuovo partner e quindi potrebbe non essere più necessario il versamento dell’assegno da parte dell’ex coniuge. Tuttavia, è importante sottolineare che la nuova convivenza deve essere stabile e non temporanea, altrimenti il diritto all’assegno potrebbe non venir meno.
Un altro presupposto che può portare alla perdita del diritto all’assegno di mantenimento è la mancanza di collaborazione del coniuge beneficiario nel cercare un lavoro o nel migliorare la propria situazione economica. Infatti, se il coniuge beneficiario non dimostra di fare tutto il possibile per mantenersi autonomamente, potrebbe perdere il diritto all’assegno di mantenimento. È importante sottolineare che questa valutazione viene fatta caso per caso e tiene conto delle capacità lavorative del coniuge beneficiario, delle opportunità di lavoro presenti sul territorio e delle eventuali difficoltà oggettive che potrebbero ostacolare la ricerca di un impiego.
È fondamentale sottolineare che la riduzione o la perdita del diritto all’assegno di mantenimento deve essere stabilita dal giudice, che valuterà attentamente ogni singolo caso. Il giudice terrà conto delle circostanze specifiche dei coniugi, delle loro capacità lavorative, delle opportunità di lavoro presenti sul territorio e delle eventuali difficoltà oggettive che potrebbero ostacolare la ricerca di un impiego. Inoltre, il giudice terrà conto anche delle esigenze dei figli, nel caso in cui l’assegno di mantenimento sia destinato a loro.
Dal punto di vista normativo, l’assegno di mantenimento è disciplinato dall’articolo 156 del Codice Civile italiano. Tale articolo prevede che l’assegno di mantenimento debba essere corrisposto in proporzione alle esigenze del coniuge beneficiario e alle possibilità economiche dell’altro coniuge. Inoltre, l’articolo 337-bis del Codice Civile prevede che il giudice possa modificare l’assegno di mantenimento in caso di sopravvenute mutate condizioni economiche dei coniugi.
In conclusione, la perdita del diritto a percepire l’assegno di mantenimento può avvenire in diversi casi, come il cambiamento della situazione economica del coniuge beneficiario, la presenza di una nuova convivenza stabile o la mancanza di collaborazione nel cercare un lavoro. Tuttavia, è importante sottolineare che la riduzione o la perdita del diritto all’assegno di mantenimento deve essere stabilita dal giudice, che terrà conto delle circostanze specifiche dei coniugi e delle esigenze dei figli.