Il provvedimento è stato adottato dal Governo con l’obiettivo di agevolare la regolarizzazione delle difformità edilizie e ridurre il contenzioso legato agli abusi edilizi.
La Legge 105/2024 si rivolge in modo specifico agli immobili di piccole dimensioni – in particolare quelli con superficie fino a 60 mq – e agli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, data di riferimento per individuare le irregolarità sanabili. Il decreto stabilisce che sarà possibile sanare scostamenti dimensionali contenuti fino al 6%, favorendo così un utilizzo più efficiente del patrimonio edilizio esistente senza dover necessariamente procedere alla demolizione o al rifacimento.
Inoltre, si amplia la platea degli interventi che rientrano nel regime di edilizia libera, cioè quelli eseguibili senza alcun titolo abilitativo. Tra le novità più rilevanti spiccano l’installazione di vetrate panoramiche amovibili (VePA) anche in porticati, la realizzazione di tende bioclimatiche e la posa di pompe di calore fino a 12 kW, misure che rispondono alle esigenze di sostenibilità energetica e comfort abitativo sempre più sentite nel mercato immobiliare.
Abusi e difformità edilizie, come sanarli con il Decreto Salva Casa
Un’altra innovazione importante riguarda l’estensione dei termini per l’adempimento degli ordini di demolizione o rimozione di opere abusive: il termine massimo per la proroga passa da 180 a 240 giorni, un margine più ampio per consentire ai proprietari di individuare soluzioni tecniche alternative alla demolizione, come la regolarizzazione o il recupero.

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Tra le misure introdotte dal Decreto Salva Casa spicca la possibilità di rendere abitabili gli spazi sottotetto e di realizzare micro-appartamenti, rispondendo così alle crescenti esigenze abitative nei centri urbani caratterizzati da alta densità abitativa. La legge abbassa la superficie minima per le unità abitative a 20 mq per i monolocali e 28 mq per i bilocali, mentre l’altezza minima interna viene ridotta da 2,70 metri a 2,40 metri, mantenendo comunque il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Questa modifica normativa rappresenta un incentivo concreto al recupero di spazi sottoutilizzati, favorendo forme di abitabilità più flessibili e in linea con le mutate esigenze demografiche e sociali, come la crescente domanda di abitazioni più piccole e funzionali.
Il decreto introduce un principio innovativo di autonomia tra le parti comuni degli immobili condominiali e le singole unità immobiliari di proprietà esclusiva. In particolare, le eventuali difformità riscontrate negli spazi comuni (quali locali tecnici, portinerie o vani accessori) non influiranno più sulla regolarità delle singole unità abitative.
Questo snellimento burocratico elimina una delle cause più frequenti di blocco nelle operazioni di ristrutturazione, compravendita o regolarizzazione catastale, riconoscendo una maggiore autonomia giuridico-amministrativa a ciascun proprietario. Di conseguenza, si favorisce una maggiore fluidità nelle transazioni immobiliari e nelle procedure di recupero edilizio.
Un ulteriore ambito di innovazione riguarda la semplificazione del cambio di destinazione d’uso degli immobili. La nuova normativa elimina l’obbligo di verifica della “doppia conformità” per i casi di minore rilevanza, consentendo la sanatoria degli interventi anche quando non risultino conformi alle norme urbanistiche vigenti al momento della realizzazione, purché lo siano al momento della presentazione della domanda.