Con affido condiviso, chi lo deve pagare?
L’assegno di mantenimento è una questione che spesso sorge quando si parla di affido condiviso. Ma chi deve effettivamente sostenere le spese per il sostentamento dei figli in caso di separazione dei genitori? Questo è un tema che richiede una riflessione attenta e una conoscenza approfondita delle normative vigenti.
Innanzitutto, è importante chiarire cosa si intende per affido condiviso. Si tratta di una forma di affidamento dei figli che prevede la condivisione delle responsabilità genitoriali tra i genitori separati. In pratica, i figli vivono alternativamente con entrambi i genitori, che si occupano in modo equo delle loro esigenze e del loro sostentamento.
Nel caso dell’affido condiviso, l’assegno di mantenimento può essere richiesto solo se uno dei genitori ha un reddito nettamente inferiore rispetto all’altro. In tal caso, il genitore con il reddito più basso può chiedere un contributo economico all’altro genitore per garantire il benessere dei figli. Questo assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice in base alle esigenze dei figli e alle possibilità economiche dei genitori.
È importante sottolineare che l’assegno di mantenimento non è una punizione per il genitore che guadagna di più, ma un modo per garantire il benessere dei figli anche dopo la separazione. È un obbligo che deriva dalla responsabilità genitoriale e che deve essere assolto in modo equo e proporzionato alle possibilità economiche di ciascun genitore.
Un altro aspetto da considerare è la nuova convivenza di uno dei genitori. Se uno dei genitori inizia una nuova relazione e decide di convivere con il nuovo partner, questo può influire sulla richiesta di assegno di mantenimento. Infatti, se la nuova convivenza comporta un miglioramento delle condizioni economiche del genitore, il giudice potrebbe decidere di ridurre o eliminare l’assegno di mantenimento.
È importante sottolineare che la nuova convivenza non è l’unico fattore che viene preso in considerazione nella valutazione dell’assegno di mantenimento. Il giudice tiene conto di diversi elementi, come il reddito dei genitori, le spese necessarie per il sostentamento dei figli e le loro esigenze specifiche.
Per quanto riguarda i riferimenti normativi, bisogna fare riferimento al Codice Civile italiano. In particolare, l’articolo 337-bis del Codice Civile disciplina l’assegno di mantenimento nei casi di separazione e divorzio. Questo articolo stabilisce che l’assegno di mantenimento deve essere proporzionato alle esigenze dei figli e alle possibilità economiche dei genitori.
In conclusione, l’assegno di mantenimento è un obbligo che deriva dalla responsabilità genitoriale e che deve essere assolto in modo equo e proporzionato alle possibilità economiche dei genitori. Nel caso dell’affido condiviso, l’assegno di mantenimento può essere richiesto solo se uno dei genitori ha un reddito nettamente inferiore rispetto all’altro. La nuova convivenza di uno dei genitori può influire sulla richiesta di assegno di mantenimento, ma non è l’unico fattore che viene preso in considerazione nella valutazione del giudice. È importante conoscere le normative vigenti e consultare un avvocato specializzato per avere una valutazione precisa della propria situazione.