Che cosa è la pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità è un argomento che spesso suscita dubbi e incertezze. Si tratta di un beneficio economico che lo Stato eroga a determinate categorie di persone in seguito alla morte di un pensionato o di un lavoratore. Ma che cosa è la pensione di reversibilità in termini più precisi? E a chi spetta? Queste sono solo alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere in questo articolo.

La pensione di reversibilità, come definita dall’articolo 54 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di pensioni, è una prestazione economica erogata dall’INPS ai superstiti di un pensionato o di un lavoratore che, al momento della morte, aveva maturato i requisiti per la pensione. Questo beneficio viene erogato al fine di garantire un sostegno economico a coloro che, a seguito della morte del congiunto, si trovano in una situazione di bisogno.

Ma chi ha diritto a ricevere la pensione di reversibilità? I beneficiari di questa prestazione sono il coniuge superstite, i figli (anche adottivi o affidati), i genitori e, in alcuni casi, anche i fratelli e le sorelle del defunto. Ognuno di questi soggetti ha diritto a una quota di pensione di reversibilità, la cui misura varia in base al grado di parentela e alla situazione economica del beneficiario.

Il coniuge superstite ha diritto a ricevere la pensione di reversibilità a prescindere dalla sua situazione economica. Tuttavia, la quota di pensione spettante al coniuge varia in base alla presenza di altri beneficiari: se ci sono anche figli, ad esempio, la quota del coniuge si riduce. Inoltre, la pensione di reversibilità spetta al coniuge anche in caso di separazione o divorzio, purché il coniuge superstite non si sia risposato.

I figli del defunto hanno diritto alla pensione di reversibilità fino al compimento del 18° anno di età. Questo limite di età può essere prorogato fino a 21 anni in caso di frequenza di un corso di studi, fino a 26 anni se il figlio è iscritto all’università, o senza limiti di età in caso di invalidità che impedisce qualsiasi attività lavorativa.

I genitori del defunto hanno diritto alla pensione di reversibilità solo se non ci sono altri beneficiari (coniuge o figli) e solo se si trovano in condizioni di bisogno, cioè se non hanno altri redditi o se questi sono inferiori a un certo limite stabilito dalla legge.

Per quanto riguarda i fratelli e le sorelle del defunto, hanno diritto alla pensione di reversibilità solo se non ci sono altri beneficiari (coniuge, figli o genitori) e solo se si trovano in condizioni di bisogno. Inoltre, devono essere minori di 18 anni, o minori di 21 anni se frequentano un corso di studi, o minori di 26 anni se sono iscritti all’università, o senza limiti di età in caso di invalidità che impedisce qualsiasi attività lavorativa.

A parere di chi scrive, è importante sottolineare che la pensione di reversibilità non è automatica, ma deve essere richiesta dai beneficiari. La domanda deve essere presentata all’INPS entro un anno dalla morte del pensionato o del lavoratore. Se la domanda viene presentata oltre questo termine, la pensione di reversibilità viene erogata con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda.

Altresì, è fondamentale ricordare che la pensione di reversibilità può essere cumulata con altri redditi, ma fino a un certo limite. Se il reddito complessivo del beneficiario supera un certo importo, stabilito ogni anno dalla legge, la pensione di reversibilità viene ridotta o, in alcuni casi, può essere persino revocata.

Possiamo quindi dire che la pensione di reversibilità è un importante strumento di protezione sociale, che garantisce un sostegno economico ai familiari del defunto. Tuttavia, per poter beneficiare di questa prestazione, è necessario rispettare determinate condizioni e fare una specifica domanda all’INPS. Pertanto, è sempre consigliabile informarsi e, se necessario, rivolgersi a un esperto per essere sicuri di esercitare correttamente i propri diritti.