Quando si perde il diritto a percepire l’assegno?

Quando si perde il diritto a percepire l’assegno?

L’assegno di mantenimento è un diritto riconosciuto ai figli in caso di separazione o divorzio dei genitori. Esso rappresenta un contributo economico che il genitore non convivente deve versare per garantire il sostentamento dei propri figli. Tuttavia, esistono delle situazioni in cui il diritto a percepire l’assegno può essere revocato o sospeso. Vediamo quali sono queste situazioni e quali sono i riferimenti normativi che le regolamentano.

Innanzitutto, è importante sottolineare che il diritto a percepire l’assegno di mantenimento è legato alla responsabilità genitoriale. Ciò significa che il genitore che perde il diritto a percepire l’assegno potrebbe non essere più considerato idoneo a svolgere il ruolo di genitore. In questi casi, il giudice può decidere di revocare o sospendere l’assegno.

Una delle situazioni in cui si può perdere il diritto a percepire l’assegno è l’inadempienza degli obblighi genitoriali. Ad esempio, se il genitore non convivente non rispetta il diritto di visita stabilito dal giudice o non contribuisce in modo adeguato all’educazione e alla formazione dei figli, potrebbe perdere il diritto all’assegno di mantenimento. Questa situazione è regolamentata dall’articolo 337-bis del Codice Civile.

Un’altra situazione che può portare alla perdita del diritto all’assegno è la convivenza more uxorio. Se il genitore che percepisce l’assegno inizia una convivenza stabile con un nuovo partner, il giudice potrebbe decidere di revocare l’assegno. Questo perché la convivenza more uxorio può essere considerata come un cambiamento delle condizioni economiche del genitore beneficiario. Questa situazione è regolamentata dall’articolo 337-ter del Codice Civile.

È importante sottolineare che la revoca o la sospensione dell’assegno di mantenimento non è automatica. Spetta al giudice valutare ogni singolo caso e decidere se sussistono le condizioni per revocare o sospendere l’assegno. Il giudice terrà conto del principio del superiore interesse del minore e valuterà tutte le circostanze che possono influire sulla decisione.

Un aspetto importante da considerare è la possibilità di detrarre le spese per i figli dal proprio reddito imponibile. Infatti, il genitore che percepisce l’assegno di mantenimento può detrarre le spese sostenute per i figli dal proprio reddito imponibile. Questo significa che tali spese non saranno soggette a tassazione. Tuttavia, è importante tenere presente che questa detrazione può essere effettuata solo se il genitore ha effettivamente sostenuto tali spese e può dimostrarlo con documentazione idonea.

Per quanto riguarda i riferimenti normativi, l’assegno di mantenimento è regolamentato principalmente dagli articoli 337-bis e 337-ter del Codice Civile. Questi articoli stabiliscono le condizioni in cui il diritto all’assegno può essere revocato o sospeso, nonché le modalità di calcolo dell’assegno stesso.

In conclusione, il diritto a percepire l’assegno di mantenimento può essere revocato o sospeso in determinate situazioni, come l’inadempienza degli obblighi genitoriali o la convivenza more uxorio. Tuttavia, la decisione spetta al giudice, che valuterà ogni singolo caso tenendo conto del superiore interesse del minore. È importante anche tenere presente la possibilità di detrarre le spese per i figli dal proprio reddito imponibile, purché si possa dimostrare di aver effettivamente sostenuto tali spese.