Il congedo di paternità in sostituzione della madre è un diritto che la legge italiana riconosce ai padri lavoratori, per permettere loro di dedicarsi alla cura dei figli nei primi mesi di vita. Questo tipo di congedo, introdotto con la legge 92/2012, è una misura che mira a promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali e a favorire l’equilibrio tra vita lavorativa e familiare.
Il congedo di paternità in sostituzione della madre può essere richiesto dal padre lavoratore in caso di impossibilità della madre a fruire del congedo di maternità per motivi di salute o in caso di decesso, abbandono del figlio o rinuncia al congedo di maternità. In questi casi, il padre ha diritto a fruire del periodo di astensione dal lavoro che spetta alla madre, con le stesse modalità e condizioni previste per il congedo di maternità.
Il congedo di paternità in sostituzione della madre è regolato dall’articolo 28 del decreto legislativo 151/2001, che stabilisce i requisiti e le modalità per la sua fruizione. Per poter usufruire di questo diritto, il padre deve essere un lavoratore dipendente o autonomo iscritto alla gestione separata INPS, o un lavoratore parasubordinato. Il diritto al congedo di paternità in sostituzione della madre spetta anche ai lavoratori agricoli e ai lavoratori domestici, purché iscritti alla gestione separata INPS.
Il congedo di paternità in sostituzione della madre prevede un’indennità pari all’80% della retribuzione giornaliera, calcolata sulla base della media delle retribuzioni percepite nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo. L’indennità è erogata direttamente dall’INPS e non può essere inferiore al trattamento minimo previsto per il congedo di maternità.
Il congedo di paternità in sostituzione della madre può essere fruito in un unico periodo o in periodi frazionati, purché non superiori a tre mesi ciascuno, entro il primo anno di vita del bambino. Il padre ha diritto a fruire del congedo anche in caso di adozione o affidamento del bambino.
A parere di chi scrive, il congedo di paternità in sostituzione della madre rappresenta un importante strumento per promuovere una maggiore equità di genere nel mondo del lavoro e per favorire la condivisione delle responsabilità genitoriali. Tuttavia, è necessario che i padri siano adeguatamente informati sui loro diritti e che le aziende siano sensibilizzate sull’importanza di favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia.
Il congedo di paternità in sostituzione della madre è altresì un diritto riconosciuto anche ai padri lavoratori autonomi, che possono fruire del congedo in caso di impossibilità della madre a fruire del congedo di maternità per motivi di salute o in caso di decesso, abbandono del figlio o rinuncia al congedo di maternità. In questi casi, il padre lavoratore autonomo ha diritto a un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione media giornaliera, calcolata sulla base delle retribuzioni percepite nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo.
Possiamo quindi dire che il congedo di paternità in sostituzione della madre rappresenta un importante passo avanti nella promozione dell’equilibrio tra lavoro e famiglia e nella condivisione delle responsabilità genitoriali. Tuttavia, è necessario continuare a lavorare per garantire una maggiore diffusione e conoscenza di questo diritto, per favorire una reale equità di genere nel mondo del lavoro.