Dottrina e teorie sulla soggettività giuridica degli animali: i contributi

Gli animali come soggetti di diritto nella dottrina: i contributi

Gli animali come soggetti di diritto nella dottrina rappresentano un tema di grande rilevanza nell’ambito del dibattito giuridico contemporaneo. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a un crescente interesse verso la questione della soggettività giuridica degli animali, che ha portato alla formulazione di diverse teorie e contributi in merito. In questo articolo, esploreremo le principali dottrine e teorie che si sono sviluppate in questo campo, analizzando anche i riferimenti normativi che ne hanno influenzato l’evoluzione.

Una delle prime teorie che ha contribuito a porre l’attenzione sulla soggettività giuridica degli animali è quella del filosofo australiano Peter Singer. Secondo Singer, gli animali dovrebbero essere considerati come soggetti di diritto in quanto capaci di provare sensazioni e di soffrire. Questa teoria ha avuto un impatto significativo nel dibattito etico e giuridico, portando a una maggiore attenzione verso il benessere animale e alla promozione di leggi che tutelino gli animali da maltrattamenti e abusi.

Un altro contributo importante è stato quello del giurista statunitense Steven Wise, che ha sviluppato la teoria della “persona non umana”. Secondo Wise, alcuni animali, come i primati, dovrebbero essere considerati come soggetti di diritto in quanto dotati di una certa forma di intelligenza e di capacità di autodeterminazione. Questa teoria ha portato alla promozione di azioni legali volte a riconoscere la personalità giuridica di alcuni animali, al fine di garantire loro una maggiore protezione legale.

In ambito normativo, va menzionata la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali, adottata dall’UNESCO nel 1978. Questo documento riconosce agli animali il diritto a essere rispettati e tutelati, sottolineando l’importanza di evitare ogni forma di maltrattamento e di crudeltà verso di loro. Anche la Costituzione italiana, all’articolo 9, sancisce il dovere di tutelare la fauna e la flora, riconoscendo implicitamente una certa forma di soggettività giuridica agli animali.

Un’altra teoria che ha contribuito al dibattito sulla soggettività giuridica degli animali è quella del filosofo francese Jacques Derrida. Secondo Derrida, gli animali dovrebbero essere considerati come “altro” rispetto all’uomo, ma non per questo privi di valore e dignità. Questa teoria ha portato a una riflessione più ampia sulla relazione tra uomo e animale, mettendo in discussione l’idea di superiorità dell’uomo e promuovendo una maggiore considerazione degli interessi degli animali nella sfera giuridica.

Altresì, va menzionato il contributo della giurisprudenza, che ha iniziato a riconoscere una certa forma di soggettività giuridica agli animali. Ad esempio, in alcuni Paesi è stato riconosciuto il diritto degli animali a non essere considerati come “cose” e a essere tutelati da leggi specifiche. Inoltre, sono state promosse azioni legali volte a riconoscere la personalità giuridica di alcuni animali, come nel caso della scimmia “Tommy” negli Stati Uniti.

In conclusione, il dibattito sulla soggettività giuridica degli animali ha portato a una maggiore attenzione verso il loro benessere e alla promozione di leggi che li tutelino da maltrattamenti e abusi. Le diverse teorie e contributi presentati in questo articolo hanno contribuito a porre l’attenzione su questo tema, aprendo la strada a una riflessione più ampia sulla relazione tra uomo e animale. Gli animali come soggetti di diritto nella dottrina rappresentano una sfida per il sistema giuridico, che deve trovare un equilibrio tra la tutela degli interessi degli animali e le esigenze umane.

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