Paghetta a tuo figlio, ecco che cosa potresti rischiare se continui a darla: tutti i dettagli e le curiosità da conoscere
In un contesto economico sempre più complesso, cresce l’attenzione sulle modalità di trasferimento di denaro tra genitori e figli, soprattutto in relazione agli obblighi fiscali. La pratica di dare la paghetta ai figli, seppur comune, può nascondere insidie legate al rischio di accertamenti da parte del Fisco. Vediamo quali sono i rischi reali e come regolarsi correttamente per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate.
Molti genitori si chiedono se sia possibile continuare a dare una somma di denaro ai propri figli senza incorrere in sanzioni o accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. La risposta è sì, ma con alcune importanti precisazioni. La paghetta, intesa come un piccolo importo periodico destinato a coprire spese personali dei figli, è considerata una donazione di modico valore e in linea di massima non suscettibile di tassazione. Tuttavia, per essere considerata tale, deve rispettare alcune condizioni.
Innanzitutto, la somma deve essere coerente con le possibilità economiche del genitore e proporzionata all’età e alle esigenze del figlio. Se l’importo è troppo elevato, o se i trasferimenti di denaro sono frequenti e consistenti, l’Agenzia delle Entrate potrebbe sospettare un tentativo di elusione fiscale o un occultamento di redditi, soprattutto se non giustificati da documentazione adeguata.
Cosa dice la normativa attuale
Secondo le disposizioni vigenti, non esiste un limite legale specifico per la paghetta, ma si fa riferimento al principio generale secondo cui le somme trasferite devono essere compatibili con la capacità reddituale del donante. In caso di accertamento, spetta al contribuente dimostrare che i trasferimenti sono destinati a spese personali del figlio e non a operazioni di natura fiscale.
Inoltre, va tenuto presente che somme elevate possono far scattare l’obbligo di segnalazione ai fini antiriciclaggio, soprattutto se si tratta di importi superiori a 10.000 euro. Anche in questo caso, la trasparenza nelle operazioni bancarie è fondamentale per evitare sospetti.

Per evitare rischi, è consigliabile adottare alcune semplici precauzioni:
- Utilizzare canali tracciabili per il trasferimento di denaro, come bonifici bancari o assegni, evitando consegne in contanti.
- Documentare le ragioni della donazione, eventualmente con una dichiarazione scritta che specifichi la natura della paghetta.
- Mantenere un importo ragionevole e coerente con le proprie possibilità economiche e con le necessità del figlio.
- Consultare un professionista fiscale in caso di dubbi o trasferimenti di somme rilevanti.
La scelta di interrompere la paghetta per paura del Fisco, come molti genitori hanno segnalato, è spesso dettata da una scarsa informazione sulle normative e sui rischi reali. Un approccio consapevole e informato permette invece di gestire in modo sereno e regolare queste operazioni quotidiane, evitando inutili preoccupazioni e sanzioni.