Il regime fiscale degli affitti brevi

Il regime fiscale degli affitti brevi

Gli affitti brevi sono una forma di locazione che sta diventando sempre più diffusa, soprattutto grazie alla crescita del turismo e alla diffusione delle piattaforme online che mettono in contatto proprietari e locatari. Ma come funziona il regime fiscale per questo tipo di affitti? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questo argomento.

Innanzitutto, è importante precisare che il regime fiscale degli affitti brevi è disciplinato dal Codice Civile italiano, che prevede che la durata massima di un contratto di locazione sia di 30 giorni. Questo significa che gli affitti brevi sono quelli che hanno una durata inferiore a un mese.

Dal punto di vista fiscale, gli affitti brevi sono considerati redditi di natura diversa rispetto agli affitti tradizionali. Infatti, mentre per gli affitti tradizionali si applica il regime fiscale ordinario, per gli affitti brevi si applica un regime fiscale speciale.

Il regime fiscale degli affitti brevi prevede che i redditi derivanti da questa attività siano tassati come redditi di impresa, anche se il locatore non è un imprenditore. Questo significa che i redditi derivanti dagli affitti brevi sono soggetti all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e alle relative addizionali regionali e comunali.

La tassazione degli affitti brevi avviene in base al principio della cassa, ovvero si considerano tassabili solo i redditi effettivamente incassati nel corso dell’anno. Questo significa che se un locatore ha incassato dei canoni di locazione nel corso dell’anno, dovrà dichiararli nel modello Redditi e pagarne le relative imposte.

Per determinare l’importo dei redditi da dichiarare, il locatore può dedurre tutti i costi sostenuti per l’esercizio dell’attività di affitto breve. Tra i costi deducibili ci sono ad esempio le spese di manutenzione e riparazione dell’immobile, le spese di pubblicità e promozione, le spese di pulizia e fornitura di biancheria, le spese di gestione e amministrazione, le spese di riscaldamento e condizionamento, le spese di utenze e tasse comunali.

È importante sottolineare che i costi deducibili devono essere documentati e giustificati da fatture o ricevute fiscali. Inoltre, è necessario tenere una contabilità separata per l’attività di affitto breve, in modo da poter dimostrare l’effettività dei costi sostenuti.

Per quanto riguarda l’aliquota fiscale applicata ai redditi derivanti dagli affitti brevi, essa dipende dal regime fiscale scelto dal locatore. Infatti, il locatore può optare per il regime dei minimi o per il regime forfettario.

Il regime dei minimi prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale agevolata del 15% sui redditi derivanti dagli affitti brevi, con un limite massimo di reddito annuo di 30.000 euro. Questo regime è riservato ai contribuenti che svolgono l’attività di affitto breve in modo esclusivo e che non superano determinati limiti di reddito complessivo.

Il regime forfettario, invece, prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale del 5% sui redditi derivanti dagli affitti brevi, con un limite massimo di reddito annuo di 65.000 euro. Questo regime è riservato ai contribuenti che svolgono l’attività di affitto breve in modo occasionale e che non superano determinati limiti di reddito complessivo.

È importante sottolineare che il regime fiscale degli affitti brevi è stato oggetto di recenti modifiche normative. Infatti, con la Legge di Bilancio 2020 è stato introdotto un nuovo regime fiscale agevolato per gli affitti brevi, denominato “cedolare secca”. Questo regime prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale del 21% sui redditi derivanti dagli affitti brevi, senza la possibilità di dedurre i costi sostenuti.

Il regime della cedolare secca è riservato ai contribuenti che svolgono l’attività di affitto breve in modo esclusivo e che non superano determinati limiti di reddito complessivo. Inoltre, è necessario stipulare un contratto di locazione registrato presso l’Agenzia delle Entrate, che preveda l’applicazione della cedolare secca.

In conclusione, il regime fiscale degli affitti brevi prevede l’applicazione di un regime fiscale speciale, che tassa i redditi derivanti da questa attività come redditi di impresa. I locatori possono dedurre i costi sostenuti per l’esercizio dell’attività, ma devono tenere una contabilità separata e documentare i costi con fatture o ricevute fiscali. L’aliquota fiscale applicata dipende dal regime fiscale scelto dal locatore, che può optare per il regime dei minimi, il regime forfettario o il regime della cedolare secca. Possiamo quindi dire che il regime fiscale degli affitti brevi è un argomento complesso, che richiede una buona conoscenza delle normative fiscali e una corretta gestione contabile, a parere di chi scrive.

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