pensione complementare 2023: guida su piani e fondi, requisiti e convenienza
La pensione complementare rappresenta un importante strumento di integrazione al sistema pensionistico pubblico, che consente ai lavoratori di garantirsi un reddito aggiuntivo durante la fase di pensionamento. Nel presente articolo, forniremo una guida completa sui piani e fondi pensione complementare, illustrando i requisiti necessari per aderirvi e valutando la loro convenienza.
La pensione complementare è regolamentata dalla legge n. 252 del 5 dicembre 2005, che ha introdotto il cosiddetto “terzo pilastro” del sistema pensionistico italiano. Questo pilastro si basa su piani e fondi pensione complementare, che possono essere aderiti volontariamente dai lavoratori dipendenti e autonomi.
I piani pensionistici complementari sono offerti da diverse tipologie di soggetti, tra cui le compagnie di assicurazione, le banche e gli enti previdenziali. Essi prevedono il versamento di contributi periodici, che vengono investiti in strumenti finanziari al fine di accumulare un capitale che sarà poi utilizzato per erogare una rendita pensionistica.
Per aderire a un piano pensionistico complementare, è necessario rispettare alcuni requisiti. In primo luogo, bisogna essere iscritti ad un sistema pensionistico obbligatorio, come l’INPS per i lavoratori dipendenti o l’INARCASSA per i professionisti. Inoltre, è richiesta una certa età minima, che varia a seconda del piano prescelto. Infine, è importante considerare che l’adesione a un piano pensionistico complementare è irrevocabile, pertanto è fondamentale valutare attentamente le proprie esigenze e possibilità finanziarie prima di prendere una decisione.
I fondi pensione complementare, invece, sono organismi di diritto privato che gestiscono i contributi versati dai partecipanti. Essi sono disciplinati dalla legge n. 252/2005 e sono soggetti alla vigilanza della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione). I fondi pensione possono essere a contribuzione definita o a prestazione definita. Nel primo caso, il lavoratore versa contributi periodici e l’importo della rendita pensionistica dipenderà dall’ammontare accumulato nel fondo. Nel secondo caso, invece, viene stabilito un importo di rendita pensionistica garantito in base ai contributi versati.
La convenienza dei piani e fondi pensione complementare dipende da diversi fattori. In primo luogo, è importante considerare il proprio profilo di rischio e la propria capacità di investimento. I piani pensionistici complementari offrono diverse opzioni di investimento, che possono variare in termini di rendimento e rischio. È fondamentale valutare attentamente le caratteristiche di ciascuna opzione e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.
Inoltre, è importante considerare i costi associati all’adesione a un piano o fondo pensione complementare. Questi costi possono includere commissioni di gestione, costi di sottoscrizione e costi di uscita. È consigliabile confrontare attentamente le diverse proposte presenti sul mercato e valutare i costi complessivi nel lungo periodo.
Infine, è importante tenere conto delle agevolazioni fiscali previste per i piani e fondi pensione complementare. Attualmente, i contributi versati a un piano pensionistico complementare possono essere dedotti dal reddito imponibile fino a un limite massimo annuo stabilito dalla legge. Questa agevolazione fiscale consente di ridurre l’imposta sul reddito e di aumentare il capitale accumulato nel piano o fondo pensione.
In conclusione, la pensione complementare rappresenta un’opportunità importante per garantirsi un reddito aggiuntivo durante la fase di pensionamento. I piani e fondi pensione complementare offrono diverse possibilità di investimento e vantaggi fiscali, ma è fondamentale valutare attentamente le proprie esigenze e possibilità finanziarie prima di aderire a un piano o fondo pensione. La consulenza di un esperto del settore può essere di grande aiuto nella scelta del piano o fondo più adatto alle proprie esigenze.