Il trattamento integrativo confermato dal Governo Meloni: continuità del Bonus Renzi e sostegno ai redditi medio-bassi.
Nel dibattito economico torna a farsi sentire il tema del cosiddetto Bonus Renzi, ma oggi in una veste rinnovata. Trattasi della conferma del trattamento integrativo, la misura che da diversi anni rappresenta un aiuto concreto per i lavoratori con redditi medio-bassi.
L’Italia continua a confrontarsi con un quadro macroeconomico complesso. L’inflazione, pur mostrando segnali di rallentamento rispetto ai picchi del 2022, resta su livelli che incidono sensibilmente sui bilanci delle famiglie. L’aumento dei prezzi dell’energia, il costo della vita e le tensioni internazionali hanno indebolito la capacità di spesa dei cittadini, soprattutto di quelli appartenenti alle fasce di reddito più basse.
Quasi tutti prendono questo Bonus, ma ora arriverà a €1200 l’anno
La Banca Centrale Europea ha recentemente rallentato la politica di aumento dei tassi d’interesse, scelta che punta a favorire la crescita e a non ostacolare ulteriormente gli investimenti. Tuttavia, il peso del debito pubblico italiano impone al Governo una certa prudenza,: non c’è spazio per manovre fiscali espansive di grande portata.

In questo contesto, l’Esecutivo continua a puntare su misure mirate come la riduzione del cuneo fiscale e il rafforzamento del trattamento integrativo, strumenti che mirano a restituire liquidità nelle tasche dei lavoratori.
Il trattamento integrativo, nato come evoluzione del Bonus Renzi introdotto nel 2014, resta oggi una misura strutturale del sistema fiscale italiano. L’importo riconosciuto è pari a 1.200 euro l’anno, ovvero 100 euro al mese, destinato ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro annui.
Chi percepisce un reddito compreso tra 15.001 e 28.000 euro può ricevere il beneficio solo in presenza di determinate condizioni, ossia quando l’imposta lorda risulta superiore alle detrazioni spettanti per lavoro dipendente. La misura è gestita in modo automatico, il credito viene riconosciuto direttamente in busta paga senza necessità di presentare domanda, semplificando notevolmente le procedure per i beneficiari.
Anche coloro che percepiscono indennità di disoccupazione come la NASPI hanno diritto al trattamento integrativo, che in questo caso viene erogato dall’INPS e accreditato direttamente nel fascicolo previdenziale online del lavoratore.
La conferma del trattamento integrativo non introduce una novità, ma consolida una politica economica che nel tempo si è dimostrata utile nel sostenere i redditi più fragili. Oggi, con il costo della vita in aumento, questo strumento contribuisce a mitigare gli effetti dell’inflazione e a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori.