Pensione di reversibilità per il coniuge separato: i requisiti richiesti

Pensione di reversibilità per il coniuge separato: i requisiti richiesti

La pensione di reversibilità rappresenta un importante sostegno economico per il coniuge superstite in caso di decesso del proprio partner. Ma cosa succede se il coniuge beneficiario della pensione di reversibilità è separato legalmente o di fatto? In questo articolo esamineremo i requisiti richiesti per ottenere la pensione di reversibilità per il coniuge separato.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 8 della legge n. 335/1995, il coniuge separato ha diritto alla pensione di reversibilità solo se il matrimonio è stato sciolto a causa di morte del coniuge. Pertanto, nel caso in cui la separazione sia avvenuta per altre ragioni, come ad esempio il divorzio, il coniuge separato non avrà diritto alla pensione di reversibilità.

Per poter accedere alla pensione di reversibilità, il coniuge separato deve soddisfare alcuni requisiti specifici. Innanzitutto, è necessario che il matrimonio sia stato celebrato prima del 1° gennaio 1996, data in cui è entrata in vigore la legge n. 335/1995. Inoltre, il coniuge separato deve essere in possesso dei requisiti contributivi richiesti per l’accesso alla pensione di reversibilità, ovvero aver versato almeno 5 anni di contributi previdenziali.

È importante sottolineare che il coniuge separato ha diritto alla pensione di reversibilità solo se non ha contratto un nuovo matrimonio o una nuova unione civile. Infatti, secondo quanto stabilito dall’articolo 8 della legge n. 335/1995, il diritto alla pensione di reversibilità viene meno nel caso in cui il coniuge beneficiario si risposi o conviva in una nuova unione civile.

Un altro requisito fondamentale per ottenere la pensione di reversibilità è la dimostrazione della dipendenza economica dal coniuge deceduto. Il coniuge separato dovrà fornire la documentazione necessaria per dimostrare che, al momento del decesso del coniuge, era economicamente dipendente da lui. Questa documentazione può includere ad esempio la dichiarazione dei redditi, i documenti relativi ai beni patrimoniali e alle spese familiari.

È altresì importante sottolineare che, a parere di chi scrive, il coniuge separato ha diritto alla pensione di reversibilità anche nel caso in cui abbia ottenuto un assegno di mantenimento dal coniuge deceduto. Infatti, l’assegno di mantenimento e la pensione di reversibilità sono due prestazioni economiche distinte e indipendenti tra loro.

Per quanto riguarda l’importo della pensione di reversibilità per il coniuge separato, questo viene calcolato in base alle stesse modalità previste per gli altri beneficiari. L’importo dipenderà quindi dai contributi versati dal coniuge deceduto e dalla durata del matrimonio. È importante sottolineare che la pensione di reversibilità per il coniuge separato non può superare l’importo massimo previsto dalla legge.

Possiamo quindi dire che il coniuge separato ha diritto alla pensione di reversibilità solo se il matrimonio è stato sciolto a causa di morte del coniuge. È necessario che il matrimonio sia stato celebrato prima del 1° gennaio 1996 e che il coniuge separato abbia versato almeno 5 anni di contributi previdenziali. Inoltre, il coniuge separato deve dimostrare di essere economicamente dipendente dal coniuge deceduto e non deve aver contratto un nuovo matrimonio o una nuova unione civile. L’importo della pensione di reversibilità dipenderà dai contributi versati dal coniuge deceduto e dalla durata del matrimonio.