Recovery plan, così l’Italia si fa bella

Il Fondo (speciale) per la ripresa approvato dall’UE sosterrà i progetti di riforma strutturali previsti nel Recovery plan italiano, altrimenti noto come PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

E’ da notare che i 209 miliardi di Euro assegnati all’Italia non saranno, come è sempre stato in passato e come sarebbe ad esempio il MES, un prestito “nazionale” ma saranno parte dei 750 miliardi di Titoli di Stato europei emessi e garantiti quindi dall’UE per l’UE tutta. Quasi un terzo di tutte le risorse sono destinate all’Italia!

Questi fondi ci permetteranno di attuare le riforme che da decenni il Paese aspetta su fisco, digitalizzazione ed ecologia, in un’ottica quindi non di spesa tout court che appesantisce i conti pubblici nazionali con politiche meramente assistenziali ma di investimenti veri e propri e, come tali, riforme capaci sia di ripagarsi da sole che di migliorare la vita dei Cittadini allo stesso tempo.

Nel Piano del Governo, con il Recovery plan potrà crescere l’economia, l’occupazione, migliorare la finanza pubblica, si potrà attenuare l’impatto economico della crisi pandemica, diminuirà il divario di reddito tra diverse aree del Paese. Crescono tutti gli indici della qualità della vita, il tasso di natalità, l’aspettativa di vita. Ci si concentra (finalmente) su benessere, equità e sostenibilità ambientale da cui la nostra qualità del nostro quotidiano dipende. Cresce la Ricerca e sviluppo. Si restituiscono le risorse sottratte per decenni alla scuola, si torna a investire nella Ricerca, si investe nella sanità.

Ben si comprende come l’enorme quantità di risorse del Recovery plan, che dal 2021 al 2023 fluiranno nel Paese, ingolosiscano le associazioni criminali specializzate nel depauperamento della ricchezza nazionale e quanto importante sia instradare il denaro verso artigiani, imprese, società virtuose.

A beneficiare infatti in primissima battuta del Recovery plan saranno gli operatori virtuosi, grandi e piccoli, chiamati a tradurne in realtà le previsioni con tutte quelle soluzioni a cui fino a ora è stata opposta l’obiezione del “mancano fondi” o “come lo si finanzia?”.

Si pensi all’adeguamento delle reti informatiche, dalla connettività ai più sofisticati sistemi di pagamento on-line del B2B, B2C e da/per la PA; alla mobilità, con l’incentivo sull’acquisto di veicoli non inquinanti, sul miglioramento delle reti viarie stradali e ferroviarie; sul contenimento energetico, come già avviene con l’EcoBonus 100%; alla “Transizione 4.0” che darà “stabilità e certezze” alle imprese perché possano operare con più facilità; …

Un’occasione imperdibile per assorbire decenni di ritardo nell’adeguamento dei principali àmbiti della nostra quotidianità agli standard dei Paesi dove è garantita ai Cittadini la miglior qualità della vita.





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Diego Carmenati
Giornalista e Direttore responsabile