Sanzioni amministrative, non chiamatele multe
Trattandosi di illeciti amministrativi oggi bisogna parlare di sanzioni amministrative, lasciando all’ambito penale le multe e le contravvenzioni che trovano spazio solo in ipotesi residuali
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Il codice della strada è il testo che raccoglie l’insieme di norme giuridiche che disciplinano la circolazione stradale e la sicurezza dei trasporti su strada. In Italia, ad esempio, il codice della strada è disciplinato dal Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285, che definisce le regole per la guida dei veicoli, la segnaletica stradale, le sanzioni per le violazioni e le modalità di assicurazione degli incidenti stradali.
Tra le principali norme del codice della strada ci sono quelle relative alle modalità di guida dei veicoli, come i limiti di velocità, l’uso delle cinture di sicurezza, il divieto di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, le regole per il sorpasso e la precedenza.
Il codice della strada stabilisce anche le regole per la segnaletica stradale, che serve a indicare le norme e le condizioni della circolazione stradale, come i limiti di velocità, i divieti di sosta, le indicazioni per la direzione e la destinazione.
Infine, il codice della strada prevede sanzioni per le violazioni delle sue norme, come le multe, il ritiro della patente di guida o il sequestro del veicolo, a seconda della gravità dell’infrazione commessa.
Contro una contravvenzione è possibile presentare ricorso per contestarne la validità o la legittimità presso l’ufficio del Giudice di pace o il Tribunale competente entro 30 (trenta, per il Prefetto) o 60 (sessanta, per il GdP) giorni dalla notifica della contravvenzione, in forma scritta e con le motivazioni che giustificano la richiesta di annullamento della contravvenzione oltre alla richiesta di sospensione della sanzione pecuniaria in attesa del giudizio.
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