Cosa cambia nelle indagini con la riforma delle intercettazioni

La recente riforma delle intercettazioni ha introdotto alcune sostanziali modifiche che impatteranno in modo significativo sullo svolgimento delle indagini penali. Si tratta di cambiamenti importanti, che mirano da un lato a salvaguardare maggiormente la Privacy dei Cittadini, dall’altro a rendere più mirata ed efficace l’attività investigativa.

Una delle principali novità riguarda la selezione delle intercettazioni rilevanti per le indagini. Mentre prima venivano trascritte integralmente, ora il pubblico ministero dovrà indicare fin dall’inizio i fatti e le persone rilevanti, riducendo il materiale da trascrivere. In questo modo si punta ad evitare quelli che taluni giudicano inutili e invadenti ascolti nella vita privata di persone estranee ai fatti.

Inoltre, è stato decisamente limitato l’utilizzo dei trojan, i virus informatici che possono essere installati dagli inquirenti nei cellulari e computer degli indagati. Prima ampiamente impiegati, ora potranno essere installati solo per reati di particolare gravità e con forti limitazioni. Un uso più oculato per preservare la Privacy a scapito dell’emersione del quadro completo utile ai fini delle indagini.

Altra modifica che impatterà molto sul lavoro investigativo è l’introduzione di nuovi termini più stringenti per le fasi di indagine e processo. I tempi per svolgere le intercettazioni sono stati accorciati, così come quelli concessi ai pm per esaminare i risultati. Indubbiamente i magistrati dovranno adeguarsi ad una maggiore rapidità.

La riforma segna sicuramente un cambio di passo, orientato da un lato a una maggiore tutela della riservatezza ma che al contempo richiederà più efficienza nel lavoro degli inquirenti rendendo più difficoltosa la raccolta degli elementi utili agli inquirenti. L’impatto reale di tali modifiche si potrà valutare solo con la concreta applicazione nelle indagini, sempre che non subisca a breve una ulteriore modifica di segno opposto…

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Tra i cittadini c’è chi promuove con convinzione la riforma e chi la guarda con un po’ di scetticismo.

Da un lato, c’è chi saluta con favore alcuni aspetti della riforma delle intercettazioni come la maggiore tutela della Privacy dato che le intercettazioni verranno utilizzate in maniera più mirata e selettiva, evitando di ‘spiare’ anche la vita privata di persone estranee alle indagini (benché a contatto con indagati). Molti ritengono che in passato ci sia stato un eccesso nell’uso di intercettazioni invadenti.

Dall’altro lato, una grande parte dell’opinione pubblica teme che le nuove norme possano rendere più difficile la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Con tempi più stringenti e vincoli più stretti all’utilizzo di strumenti come i trojan, gli inquirenti avranno certamente più ostacoli nel portare avanti le indagini, ancor più quelle complesse su reati gravi.

C’è infine anche chi sostiene che alcune delle nuove disposizioni siano troppo vaghe e che serviranno anni di giurisprudenza per capire esattamente come applicarle. Ad esempio non è chiaro quando un reato possa dirsi ‘di particolare gravità’ per autorizzare un trojan…

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