Domiciliari in attesa di processo, cosa si può fare e cosa NO

Nonostante la rabbia e la frustrazione comprensibili per essere obbligati ai domiciliari in attesa di processo, bisogna pensare che questa misura cautelare è prevista anche nell’interesse dell’indagato e, tutto sommato, è di gran lunga preferibile al carcere. Alternativa ai domiciliari in attesa di processo è infatti la custodia cautelare in carcere che persegue i medesimi fini ma obbligando l’imputato a essere ricercato, catturato se necessario, e condotto presso un istituto di custodia.

A cosa servono i domiciliari in attesa di processo?

I domiciliari sono una misura cautelare con la quale si vuole evitare che l’imputato di un certo reato, e nei confronti del quale siano stati raccolti gravi indizi di colpevolezza, possa commetterlo di nuovo, che fugga, oppure che possa alterare le prove che verranno poi utilizzate nel corso del processo a proprio carico.

Obbligandolo alla permanenza ai domiciliari non si intende quindi anticipare alcuna pena, che prima del processo non può certo essere nemmeno ipotizzata, né punire in alcun modo l’imputato quanto anzi garantire -anche nell’interesse di quest’ultimo- che il processo si svolga correttamente, portando a una sentenza certa di condanna o di assoluzione che non possa essere messa in discussione dal fatto che l’imputato abbia magari continuato ad avere contatti con la vittima, la famiglia, eventuali testimoni o che si sia reso irreperibile.

Cosa si può fare ai domiciliari in attesa di processo?

Le cose ammesse sono molte più di quante si possa immaginare oltre al fatto di potersi muovere liberamente all’interno della propria dimora, con i propri orari, abitudini, oggetti a disposizione. Cosa che è già estremamente positiva.

In più, l’imputato che assolutamente non abbia altro modo di provvedere alla propria sussistenza può essere autorizzato ad allontanarsi in orari prestabiliti per recarsi al lavoro, ovviamente a condizioni da rispettare scrupolosamente tali da non vanificare il senso della misura cautelare personale a cui è sottoposto.

Altrettanto, se non possa provvedere direttamente, può essere autorizzato a lasciare il proprio domicilio, sempre in orari e a condizioni preventivamente fissate, per acquistare alimentari e beni di prima necessità oltre che per sottoporsi a trattamenti medici indifferibili.

Ciò detto, vediamo cosa NON è permesso a chi sia sottoposto alla misura dei domiciliari.

Nello spirito di questa misura, non potrà comunicare con altri a mezzo di telefono, posta elettronica, messaggistica varia e ancor meno personalmente ricevendo visite. Fuori dalla ristretta cerchia dei familiari conviventi vige il divieto di comunicazione con ogni persona terza.

Non potrà inoltre, evidentemente, allontanarsi dal domicilio e il rispetto di questo divieto verrà controllato dagli Agenti di Polizia personalmente e/o attraverso l’uso di dispositivi come la cavigliera elettronica.

In conclusione

La misura cautelare personale dei domiciliari in attesa di processo non solo offre delle garanzie a favore dell’imputato ma permette a quest’ultimo di proseguire cure, lavoro e relazioni familiari benché soggette ad alcune rigide regole da rispettare.

Ricordiamo solo che la violazione dell’obbligo dei domiciliari equivale a una evasione la cui pena va da un minimo di uno a un massimo di tre anni. In molti casi più della stessa pena prevista dal reato per il quale ci si ritrovi nella condizione di imputato…