Per anni i graffiti realizzati illegalmente su treni, stazioni e muri cittadini sono stati considerati come dei semplici atti vandalici, puniti dall’articolo 639 del Codice penale (deturpamento e imbrattamento di cose altrui) e dall’articolo 635 del Codice penale (danneggiamento) conferendo ai fenomeni del graffiti writing e street art una connotazione complessivamente negativa senza che nulla facesse pensare a un passaggio successivo da atti vandalici a street art.
Oggi però, complice un approccio più aperto verso forme di arte non convenzionale, il graffitismo e la street art vengono rivalutati da molti punti di vista.
Certo, scribacchiare un nickname con una bomboletta spray su un treno storico o su un palazzo d’epoca è e resta un gesto deprecabile, che deturpa il patrimonio pubblico e privato, ma esistono writers e street artists che con creatività e sensibilità riescono a trasformare anonimi muri grigi di periferia in vivaci tele urbane, rivalutando contesti urbani altrimenti in degrado, e che spiegano perché nell’immaginario comune sia già avvenuta la transizione da atti vandalici a street art. Opere a cielo aperto che decorano interi quartieri, lanciando messaggi sociali, politici o semplicemente estetici.
In molte città italiane ed europee, zone un tempo anonime e degradate sono state rigenerate proprio grazie a queste opere a cielo aperto. I graffiti, se realizzati con cura e sensibilità, possono infatti raccontare con un linguaggio nuovo identità e culture, lanciare messaggi sociali, stimolare partecipazione. Insomma, da problema i graffiti possono trasformarsi in una risorsa per rinnovare le periferie.
Per questo motivo, accanto alla condanna degli imbrattamenti fini a sé stessi, cresce la consapevolezza del potenziale artistico di graffiti e murales tanto che alcune città, da Milano a Napoli, stanno creando spazi autorizzati per queste forme d’arte underground dove gli artisti possano dar sfogo alla propria creatività con graffiti writing e street art in qualunque forma desiderino. Una scelta intelligente che, incanalando la vena creativa dei writer, trasforma vandalismo in rigenerazione urbana.
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