Perdere il lavoro può essere un’esperienza traumatica che rischia di gettare nello sconforto e nell’incertezza sul futuro ma arrendersi alla crisi occupazionale non è la soluzione e in alcuni casi le politiche attive aiutano a ripartire.
Esistono infatti oggi in Italia strumenti e misure, messe in campo dallo Stato e dalle Regioni, che possono aiutare concretamente a rimettersi in gioco e a trovare una nuova occupazione: sono le cosiddette ‘politiche attive del lavoro’.
Rafforzate e potenziate dal Jobs Act (Legge nr. 183 del 2014) queste prevedono ad esempio incentivi alle assunzioni, bonus per la mobilità territoriale dei disoccupati, corsi di riqualificazione professionale e tirocini formativi presso aziende. L’obiettivo dichiarato, difficilmente attuato, è quello di rilanciare le competenze e incrementare l’occupabilità di chi ha perso un impiego, non lasciandolo solo nella ricerca di un nuovo lavoro.
I Centri per l’Impiego, potenziati dalla Legge nr. 4 del 2019, svolgerebbero inoltre, almeno in teoria, un ruolo di primo piano nell’orientare i disoccupati tra le varie misure disponibili, costruendo percorsi su misura per ciascun lavoratore occupabile che confidi nella promessa che le politiche attive aiutano a ripartire.
Certo, le politiche attive vanno implementate e rafforzate, e oltre alla scarsità dei Centri per l’impiego presenti sul territorio pesano le poche risorse che i Presidenti delle regioni di una certa parte politica dedicano a queste fondamentali realtà, ma chi perde il lavoro oggi ha in teoria maggiori possibilità di essere supportato nel delicato momento della ripartenza professionale.
Quali sono i requisiti per accedere alle politiche attive del lavoro?
Per poter beneficiare delle politiche attive del lavoro ci sono ovviamente alcuni requisiti base da rispettare.
Innanzitutto è fondamentale essere registrati presso il Centro per l’Impiego della propria città. Questo rappresenta il primo passo per entrare nel sistema delle politiche attive anche attraverso la stipula di quello che si chiama ‘Patto di Servizio Personalizzato‘, ossia un accordo in cui si definisce insieme agli operatori il percorso di formazione e reinserimento lavorativo su misura per le proprie competenze ed esigenze.
Oltre a questo, per accedere a misure come i tirocini formativi, è necessario percepire un sostegno al reddito come la NASpI o il Reddito di Cittadinanza, e bisogna stare attenti a non rifiutare più di due offerte di lavoro congrue con il proprio profilo…
Dimostrando quindi la propria disponibilità a mettersi in gioco e rispettando gli impegni presi con il Centro per l’Impiego, si può accedere ad un ventaglio di strumenti preziosi per aumentare le possibilità di reinserimento lavorativo.
E’ vero che e politiche attive aiutano a ripartire?
Le politiche attive aiutano a ripartire, certamente, all’ulteriore condizione non scontata che vi siano posizioni lavorative aperte, in base alle competenze attuali o quelle che il lavoratore sia disposto ad acquisire applicandosi per una propria riqualificazione professionale.
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