Inquinamento senza confini: le normative internazionali a tutela dell’Ambiente

I problemi ambientali come l’inquinamento atmosferico, delle acque e del suolo non conoscono confini geografici e le normative internazionali a tutela dell’ambiente faticano a contrastare l’impatto delle attività umane sulla natura che ha ormai assunto dimensioni globali e richiede risposte coordinate sempre più coordinate e incisive a livello internazionale.

Negli ultimi decenni sono state emanate diverse convenzioni e trattati che impegnano gli Stati a collaborare per la protezione dell’ambiente. Tra questi, una pietra miliare è stata la Conferenza ONU di Stoccolma del 1972 da cui scaturì il Programma Ambiente delle Nazioni Unite UNEP e successivamente, con il Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992, venne adottata l’Agenda 21 per promuovere lo sviluppo sostenibile.

Tra le normative internazionali a tutela dell’Ambiente vanno inclusi altresì la Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono, il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas serra e il Trattato di Parigi sui cambiamenti climatici. Tutti questi testi prevedono impegni vincolanti per gli Stati, come tagli alle emissioni inquinanti e limiti allo sfruttamento delle risorse ambientali (quasi sempre disattesi).

Inoltre, organismi sovranazionali come l’Unione Europea hanno emanato direttive obbligatorie per gli Stati membri in materia ambientale. L’intento è sempre quello di armonizzare le politiche ambientali nazionali verso standard condivisi che, anche se i progressi sono lenti, accrescano la consapevolezza della necessità di tutelare il Pianeta perché solo con una vasta cooperazione internazionale sarà possibile affrontare le complesse sfide ecologiche globali i cui effetti sono quanto mai evidenti…

Cosa prevedono esattamente la Convenzione di Vienna, il Protocollo di Kyoto e il Trattato di Parigi?

La Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono è stata firmata nel 1985 e impegna i paesi ad adottare misure per arrestare il deterioramento della fascia di ozono stratosferico, ad esempio eliminando l’uso di CFC dannosi.

Il Protocollo di Kyoto del 1997 obbliga le nazioni industrializzate a ridurre le emissioni di gas serra del 5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo 2008-2012. Successivi emendamenti hanno esteso gli impegni fino al 2020.

Infine, il fondamentale Accordo di Parigi del 2015 prevede di contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C e di azzerare le emissioni nette entro la seconda metà del secolo. Ogni paese deve presentare i propri impegni di decarbonizzazione e aggiornarli periodicamente al rialzo.

Vengono rispettate le normative internazionali a tutela dell’Ambiente?

Purtroppo l’attuazione concreta delle normative internazionali in materia ambientale presenta ancora diverse criticità.

Nonostante gli accordi siano vincolanti per gli Stati firmatari, l’effettiva applicazione dipende molto dalla volontà politica dei singoli Paesi e spesso gli interessi economici e industriali prendono il sopravvento rispetto agli impegni assunti per la difesa dell’Ambiente.

Ad esempio, gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti stabiliti dal Protocollo di Kyoto non sono stati pienamente raggiunti. Anche per quanto riguarda il Trattato di Parigi, gli sforzi dei Paesi per decarbonizzare i propri modelli produttivi e ridurre l’impatto ambientale sono ancora insufficienti per centrare l’obiettivo di contenere il surriscaldamento globale entro 1,5-2°C.

I meccanismi sanzionatori e di enforcement sono deboli e non garantiscono il rispetto delle norme.

Inoltre, alcuni Stati si tirano indietro dagli accordi, come gli USA che sotto la presidenza Trump si sono sfilati dall’Accordo di Parigi.

Possiamo quindi dire che nonostante i progressi sul piano legislativo, urge una maggiore responsabilizzazione di tutti i Paesi per tradurre gli impegni internazionali in azioni concrete di tutela ambientale a livello nazionale nell’interesse delle future generazioni.

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