Partorire in anonimato, legalmente e in clinica

Il diritto di partorire in anonimato è stato introdotto in Italia dal Decreto del Presidente della Repubblica nr. 396 del 2000 che ha modificato la disciplina in materia di dichiarazioni di nascita per dare questa opzione alle madri che decidano di portare a termine la gravidanza senza poi dover necessariamente riconosce il figlio.

In particolare, questa normativa prevede infatti che una donna che partorisce abbia la possibilità di non essere nominata nell’atto di nascita del figlio, garantendo così il suo diritto alla riservatezza e all’anonimato.

Nello specifico, quando una donna decida di partorire in anonimato, basterà che si rechi presso una struttura sanitaria e, al momento del parto, dichiari di non voler fornire le proprie generalità. Sul certificato verrà quindi riportato che si tratta di una madre che ha scelto di non essere nominata.

Il neonato verrà di conseguenza segnalato al Tribunale dei Minori e dato in adozione senza che compaia il nome della madre biologica. In questo modo si tutela il diritto della donna di preservare il proprio anonimato ma allo stesso tempo anche il diritto del bambino ad avere una famiglia adottiva nella quale crescere.

Questa norma ha lo scopo di evitare infanticidi o aborti clandestini da parte di donne che rimangono incinte in situazioni difficili e non se la sentono di tenere il bambino. Consentendo il parto in anonimato, si dà una chance di vita al neonato e si rispetta la scelta della madre naturale.

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