Cosa comporta l’affidamento esclusivo alla madre?

Può capitare che, in casi particolari, il Giudice ritenga di affidare il figlio a un solo genitore discostandosi dalla regola generale comunemente applicata dell’affido condiviso. Vediamo quindi cosa comporta l’affidamento esclusivo alla madre (o, anche se più raramente, al padre) e in quali casi può essere disposto.

Cardine della disciplina è l’Articolo 155 del Codice civile secondo cui: ‘(il Giudice) valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati…’.

Nell’affrontare questo argomento bisogna tenere sempre a mente che si tratta di provvedimenti presi nell’esclusivo interesse dei figli minori e che, nonostante l’interesse di questi sia certamente quello di vedere la partecipazione attiva di entrambi i genitori alla propria vita sia per le questioni più rilevanti come le decisioni sull’istruzione o la salute, sia per le questioni quotidiane di minor rilievo, può capitare che in circostanze eccezionali uno dei genitori non sia ritenuto provvisoriamente idoneo a dare un contributo positivo e costruttivo alla crescita del figlio. La legge non prevede casi specifici e la situazione deve essere ovviamente valutata caso per caso…

Abbiamo già trattato l’argomento nel caso dell’affidamento esclusivo del figlio disabile e, ribadendo l’interesse dei figli ad avere, per quanto possibile, un contatto continuo con la propria famiglia tutta, rimandiamo anche alla lettura dell’articolo sul diritto dei nonni a vedere i nipoti, e viceversa.

Cosa comporta l’affidamento esclusivo alla madre?

Anzitutto, il genitore affidatario non ha carta bianca nel decidere tutto quanto desideri. Molto spesso con la decisione sull’affidamento esclusivo il Giudice impartisce anche una serie di indicazioni alle quali la madre, nel caso più frequente, dovrà attenersi. Tra queste, il garantire il diritto di visita del genitore non affidatario e la frequentazione durante le vacanze perché, oltre a mantenere un rapporto, possa anche esercitare i propri diritti/doveri genitoriali residui. Il fatto che il figlio sia affidato all’altro genitore non esonera infatti il genitore non affidatario dal diritto/dovere di vigilare sui progressi di questi negli studi oppure sulle frequentazioni e sullo stile di vita di questi ultimi…

Quando si può chiedere l’affidamento esclusivo alla madre?

Come detto, la legge non prevede dei casi specifici definiti in modo rigoroso. Caso per caso il Giudice valuterà se l’affido congiunto rappresenti o meno un pregiudizio per il minore. Lo sono, a titolo di puro esempio:

  • i continui litigi tra i coniugi a cui il minore debba assistere;
  • il completo disinteresse di un genitore verso i propri doveri;
  • lo stile di vita di un genitore non contribuisca a una corretta educazione e sviluppo emotivo del figlio;
  • la violazione dell’obbligo di versamento dell’assegno di mantenimento per i figli (sempre che, ovviamente, il genitore ne abbia la disponibilità);
  • quando sia il figlio a rifiutare ogni rapporto con un genitore per ragioni condivisibili;
  • l’eccessiva distanza tra i nuovi luoghi di residenza dei genitori.

Nell’ottica del genitore non affidatario che si chieda comprensibilmente cosa comporta l’affidamento esclusivo alla madre potremmo riassumerlo come un provvedimento, temporaneo in quanto revocabile quando ne vengano meno le ragioni che lo hanno determinato, preso a tutela dei figli e non come ‘premio’ o ‘punizione’ verso alcuno dei genitori.

Chi esercita la responsabilità genitoriale?

Teniamo a precisare che, anche nel caso di affidamento esclusivo alla madre, entrambi i genitori restano ‘genitori’, con i corrispondenti diritti e doveri nel prendere, insieme, le decisioni migliori per lo sviluppo, la salute e l’educazione dei figli la cui messa in atto concreta, poi, è demandata a genitore affidatario.

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